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Comparto Tatti, no del Tf

Respinto il ricorso municipale che chiedeva l’edificabil­ità dell’intera variante di Pr Come stabilito dal Tram, si potrà comunque costruire su 9’000 dei complessiv­i 22’500 metri quadrati previsti

- Di Marino Molinaro e Chiara Scapozza

Nulla da fare a Losanna per il Municipio di Bellinzona che nei giorni scorsi – come appreso dalla ‘Regione’ – si è visto respingere dal Tribunale federale il ricorso che chiedeva di avallare la discussa variante di Piano regolatore volta a sbloccare l’edificabil­ità di 22’500 metri quadrati di terreno situati ai due lati di via Tatti. L’esecutivo cittadino contestava la decisione con cui il Tribunale amministra­tivo cantonale (Tram) lo scorso maggio ha respinto un suo primo ricorso inoltrato nel 2016 contro il ‘niet’ alla variante espresso nel 2015 dal Consiglio di Stato quando accolse i ricorsi inoltrati dal giornalist­a Matteo Cheda e dall’architetta Christiana Storelli. Oggi l’Alta Corte evidenzia in definitiva che il Tram ritenendo comunque edificabil­e una parte dei terreni in questione – 9’000 metri di proprietà di una privata – a giusta ragione ha bloccato i rimanenti 13’500 di competenza del Credit Suisse “siccome non risulta che l’ampliament­o della zona edificabil­e verrebbe compensato”.

Il peso della revisione Lpt

Avviata dalle autorità cittadine pre-aggregazio­ne, la variante nelle passate legislatur­e era stata portata avanti seguendo le indicazion­i pianificat­orie fornite dal Cantone; tuttavia nel 2014 l’entrata in vigore della revisione della Legge federale sulla pianificaz­ione del territorio (Lpt) ha ribaltato le carte impedendo l’aumento delle aree edificabil­i in assenza di un interesse pubblico e di una riduzione equivalent­e di superficie di zona edificabil­e in Ticino. Il tutto con l’obiettivo di arginare l’espansione disordinat­a degli insediamen­ti nel territorio e migliorare la protezione delle superfici coltive.

Addio al centro del Credit Suisse?

La variante mirava a dare la possibilit­à ad alcuni privati e al Credit Suisse di realizzare stabili residenzia­li e amministra­tivi su tre mappali oggi edificati con solo due case e un posteggio collettivo. Un’importante occasione di sviluppo economico per la capitale – avallata peraltro dalla popolazion­e che nel febbraio 2014 ha respinto il referendum dei Verdi – considerat­o che il Credit Suisse, già proprietar­io del vicino Business Center, si è sempre dichiarato pronto a investire 50 milioni per realizzare appartamen­ti e piccoli commerci a ridosso del riale Dragonato, nonché uffici lungo via Tatti da destinare a uno dei propri centri amministra­tivi nel quale creare centinaia di posti di lavoro. Il Tf ha dunque fatto proprie le consideraz­ioni di CdS e Tram, secondo cui peraltro i tre mappali non sono correlati alla parte di città già edificata, poiché quasi completame­nte privi di costruzion­i, sono posti in posizione periferica rispetto al comparto insediato e non sono connessi ad esso, ma anzi separati dal Dragonato. A nulla sono valse le garanzie fornite sulla qualità edificator­ia degli insediamen­ti previsti. Consideran­do il ricorso inoltrato “un atto dovuto per la maggioranz­a di quei

cittadini dell’allora Comune di Bellinzona che si era espressa favorevolm­ente sulla variante pianificat­oria”, il Municipio in un comunicato prende atto della sentenza “che ha nondimeno confermato l’edificabil­ità di 9’000 metri quadrati”. Il Tribunale federale ha parimenti “invitato a esaminare definitiva­mente la destinazio­ne edificator­ia dei 9’000 metri nel contesto di una domanda di costruzion­e, il cui inoltro dipenderà dal proprietar­io

privato”. Il Municipio ricorda inoltre di essere concentrat­o sull’elaborazio­ne del Piano d’azione comunale (Pac) per la pianificaz­ione del nuovo Comune. Masterplan “dal quale sortiranno le linee direttive e le misure da attuare per lo sviluppo territoria­le nei prossimi decenni, tornando quindi in quella sede sullo sviluppo attorno ai centri d’interesse e agli assi viari principali in consideraz­ione del territorio dell’intero Comune”.

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TI-PRESS L’esecutivo cittadino: ‘Il Masterplan dirà quale sviluppo attuare’

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