Dalla carrozzella torna a camminare
Prima di Lugano solo New York era fin qui riuscita nell’intervento. È dunque una ‘prima’ europea quella realizzata dal Neurocentro della Svizzera italiana nella cura dei dolori cronici. Protagonista dell’operazione, realizzata su una paziente affetta da gravissimi dolori neuropatici che l’avevano costretta su una sedia a rotelle, l’équipe del dottor Paolo Maino, viceprimario e responsabile del Centro di terapia del dolore. Ma in che cosa è consistito l’intervento? Il gruppo di ricercatori è, cioè, riuscita a posizionare quattro elettrodi sui gangli dorsali delle radici spinali lombari e sacrali della paziente, in grado di inviare impulsi elettrici capaci di interferire con le vie di trasmissione del dolore e di modificarne l’impulso che giunge al cervello. Un’operazione giudicata particolarmente delicata – ha spiegato L’Ente ospedaliero cantonale – “per la novità di fissare gli elettrodi anche tra le vertebre sacrali”. E il risultato è stato strabiliante: i dolori a riposo sono completamente scomparsi e la paziente è ora in grado di camminare per brevi distanze. “La paziente – come evidenziato nel comunicato stampa dal dottor Maino – aveva già provato diverse terapie e approcci farmacologici per curare una neuropatia di origine autoimmune manifestatasi nel 2016 e che le provocava dolori alle piante dei piedi talmente forti da impedirle di camminare”. Dopo avere esaminato tutte le possibilità offerte dalla medicina in Svizzera, la paziente – lei stessa dottoressa e professoressa all’Ospedale universitario di Ginevra – è venuta a sapere che al Centro di terapia del dolore dell’Eoc era in corso uno studio scientifico per valutare l’efficacia di questa nuova tecnica di neuromodulazione per il controllo di dolori causati da neuropatie periferiche. La professoressa ha quindi deciso di partecipare allo studio e sottoporsi al test di neurostimolazione: “Si tratta di una tecnica che consente – come annotato dal viceprimario – di evitare il ricorso a farmaci molto potenti dagli effetti secondari rilevanti, usata per curare patologie estremamente dolorose che possono condurre un paziente a completa invalidità. L’intervento, condotto in regime ambulatoriale, apre anche la via a interessanti applicazioni per la cura di questo tipo di patologie molto invalidanti che colpiscono altre parti del corpo”. Una collaborazione è, infatti, in atto con l’Università olandese di Maastricht nell’ambito diabetico.