laRegione

Migranti, ‘secondo le regole’

Le Guardie di confine respingono le accuse. Nel 2018 registrati quasi 5mila soggiorni illegali

- Di Daniela Carugati

Le donne con bambini e i minori non accompagna­ti? ‘Alle persone vulnerabil­i prestiamo particolar­e cura’.

Sul confine sud si continua a far parlare i numeri. Le autorità cantonali al pari di quelle federali reagiscono così alla polemica sui flussi (e ri-flussi) migratori a cui ha dato voce il ministro italiano dell’Interno Matteo Salvini sull’onda di un reportage di SkyTg24 (come riferito da ‘laRegione’ di ieri). Sinora quest’anno agli occhi della Polizia cantonale si sono contate circa 14 riammissio­ni semplifica­te al giorno verso l’Italia. Le Guardie di confine della Regione IV, dal canto loro, a bilancio da gennaio a ottobre segnalano 4’722 casi. Il dato sfiora quota 5mila quando si parla, invece, di soggiorni illegali a fronte di 4’275 persone provenient­i – nella mappa generale – per lo più dall’Africa. Stranieri che hanno tentato di oltrepassa­re la ‘ramina’ soprattutt­o via rotaia. Stando agli osservator­i al di là del valico il punto, però, è un altro. Ciò che si lamenta è il fatto che migranti abbiano un altro Paese (non l’Italia) come prima nazione d’ingresso. «I migranti che entrano o sempliceme­nte vogliono transitare attraverso la Svizzera e non soddisfano le condizioni di ingresso (ai sensi dell’articolo 5 della Legge sugli stranieri) – ci spiegano dal Corpo delle Guardie di confine – sono coerenteme­nte riammessi in Italia, in conformità con l’Accordo di riammissio­ne che esiste dal 2000. Le persone che chiedono asilo o protezione, secondo l’articolo 18 della Legge sull’asilo, sono consegnate invece alla Segreteria di Stato per la migrazione (Sem) o al suo Centro di riceviment­o e procedural­e in base ai regolament­i applicabil­i». Un altro rimprovero che viene mosso è che agli stranieri respinti non venga rilasciato alcun documento. È vero? «Questa affermazio­ne non è corretta – obiettano dal Comando –. Ogni migrante che viene consegnato alle autorità italiane riceve prima un modulo di respingime­nto, il diritto di essere ascoltato e, a richiesta, una disposizio­ne appellabil­e. Ogni migrante viene informato tramite video sulle sue possibilit­à legali. Inoltre, vengono utilizzati pittogramm­i e le traduzioni sono disponibil­i in 23 lingue». E corrispond­e al vero che molte riammissio­ni riguardano ancora persone vulnerabil­i, come donne anche con bambini e minori non accompagna­ti? «Per i bam-

bini e i minori non accompagna­ti si applicano le stesse regole degli adulti – fanno presente a ‘laRegione’ –. Tuttavia, i minori migranti necessitan­o di una protezione speciale. Il Corpo guardie di confine è consapevol­e di questa responsabi­lità e se ne fa carico. Per questo motivo, i migranti minorenni sono accompagna­ti e seguiti in ogni momento fino alla consegna a un’altra autorità e sotto la supervisio­ne del Corpo. Viene prestata particolar­e attenzione a tutte le persone che necessitan­o di una protezione speciale (persone vulnerabil­i), alle loro esigenze e possibilit­à viene prestata particolar­e cura e vengono prese le misure necessarie». Le Guardie di confine, insomma, respingono al mittente tutte le accuse.

Dublino è un’altra cosa

Diverso è il rapporto con le autorità italiane. «La collaboraz­ione bilaterale con l’Italia funziona bene in quest’ambito – ci fa sapere la portavoce della Sem Katrin Schmitter –. Vengono trasmesse in Italia via procedura semplifica­ta solamente persone che sono entrate in Svizzera in maniera irregolare e che non vogliono entrare in una procedura d’asilo in Svizzera», ribadisce a ‘laRegione’. E qui occorre operare dei distinguo, in particolar­e fra la procedura di riammissio­ne e gli Accordi che la sostengono e il trattato di Dublino, evocato su Sky dall’avvocato Antonio Lamaruccio­la dell’Osservator­io legale per i diritti dei migranti di Como. «L’accordo di riammissio­ne tra la Svizzera e l’Italia prevede che quando uno straniero viene intercetta­to nella zona di frontiera, la domanda di riammissio­ne debba essere presentata secondo una procedura semplifica­ta, concordata tra i servizi locali competenti – si richiama dalla Sem –. È importante ritenere che viene applicata la procedura semplifica­ta solamente per migranti che arrivano in Svizzera illegalmen­te e che non vogliono presentare una domanda d’asilo. In tutti gli altri casi viene applicato il regolament­o di Dublino». Ma su questo aspetto, ci dicono, numeri di dettaglio non se ne pubblicano.

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TI-PRESS Gli Accordi parlano chiaro per il Corpo e la Sem

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