Migranti, ‘secondo le regole’
Le Guardie di confine respingono le accuse. Nel 2018 registrati quasi 5mila soggiorni illegali
Le donne con bambini e i minori non accompagnati? ‘Alle persone vulnerabili prestiamo particolare cura’.
Sul confine sud si continua a far parlare i numeri. Le autorità cantonali al pari di quelle federali reagiscono così alla polemica sui flussi (e ri-flussi) migratori a cui ha dato voce il ministro italiano dell’Interno Matteo Salvini sull’onda di un reportage di SkyTg24 (come riferito da ‘laRegione’ di ieri). Sinora quest’anno agli occhi della Polizia cantonale si sono contate circa 14 riammissioni semplificate al giorno verso l’Italia. Le Guardie di confine della Regione IV, dal canto loro, a bilancio da gennaio a ottobre segnalano 4’722 casi. Il dato sfiora quota 5mila quando si parla, invece, di soggiorni illegali a fronte di 4’275 persone provenienti – nella mappa generale – per lo più dall’Africa. Stranieri che hanno tentato di oltrepassare la ‘ramina’ soprattutto via rotaia. Stando agli osservatori al di là del valico il punto, però, è un altro. Ciò che si lamenta è il fatto che migranti abbiano un altro Paese (non l’Italia) come prima nazione d’ingresso. «I migranti che entrano o semplicemente vogliono transitare attraverso la Svizzera e non soddisfano le condizioni di ingresso (ai sensi dell’articolo 5 della Legge sugli stranieri) – ci spiegano dal Corpo delle Guardie di confine – sono coerentemente riammessi in Italia, in conformità con l’Accordo di riammissione che esiste dal 2000. Le persone che chiedono asilo o protezione, secondo l’articolo 18 della Legge sull’asilo, sono consegnate invece alla Segreteria di Stato per la migrazione (Sem) o al suo Centro di ricevimento e procedurale in base ai regolamenti applicabili». Un altro rimprovero che viene mosso è che agli stranieri respinti non venga rilasciato alcun documento. È vero? «Questa affermazione non è corretta – obiettano dal Comando –. Ogni migrante che viene consegnato alle autorità italiane riceve prima un modulo di respingimento, il diritto di essere ascoltato e, a richiesta, una disposizione appellabile. Ogni migrante viene informato tramite video sulle sue possibilità legali. Inoltre, vengono utilizzati pittogrammi e le traduzioni sono disponibili in 23 lingue». E corrisponde al vero che molte riammissioni riguardano ancora persone vulnerabili, come donne anche con bambini e minori non accompagnati? «Per i bam-
bini e i minori non accompagnati si applicano le stesse regole degli adulti – fanno presente a ‘laRegione’ –. Tuttavia, i minori migranti necessitano di una protezione speciale. Il Corpo guardie di confine è consapevole di questa responsabilità e se ne fa carico. Per questo motivo, i migranti minorenni sono accompagnati e seguiti in ogni momento fino alla consegna a un’altra autorità e sotto la supervisione del Corpo. Viene prestata particolare attenzione a tutte le persone che necessitano di una protezione speciale (persone vulnerabili), alle loro esigenze e possibilità viene prestata particolare cura e vengono prese le misure necessarie». Le Guardie di confine, insomma, respingono al mittente tutte le accuse.
Dublino è un’altra cosa
Diverso è il rapporto con le autorità italiane. «La collaborazione bilaterale con l’Italia funziona bene in quest’ambito – ci fa sapere la portavoce della Sem Katrin Schmitter –. Vengono trasmesse in Italia via procedura semplificata solamente persone che sono entrate in Svizzera in maniera irregolare e che non vogliono entrare in una procedura d’asilo in Svizzera», ribadisce a ‘laRegione’. E qui occorre operare dei distinguo, in particolare fra la procedura di riammissione e gli Accordi che la sostengono e il trattato di Dublino, evocato su Sky dall’avvocato Antonio Lamarucciola dell’Osservatorio legale per i diritti dei migranti di Como. «L’accordo di riammissione tra la Svizzera e l’Italia prevede che quando uno straniero viene intercettato nella zona di frontiera, la domanda di riammissione debba essere presentata secondo una procedura semplificata, concordata tra i servizi locali competenti – si richiama dalla Sem –. È importante ritenere che viene applicata la procedura semplificata solamente per migranti che arrivano in Svizzera illegalmente e che non vogliono presentare una domanda d’asilo. In tutti gli altri casi viene applicato il regolamento di Dublino». Ma su questo aspetto, ci dicono, numeri di dettaglio non se ne pubblicano.