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Centrale oggetti trovati se ne va

Il servizio (al pari della posta di Babbo Natale) sarà trasferito a Cadenazzo nel 2020

- Di Daniela Carugati

Gli spazi di Chiasso non sono più ritenuti adeguati dal Gigante giallo. Ma si era già paventato un trasloco nel 2016.

Lo si era capito già un paio di anni fa che la permanenza della Centrale oggetti trovati (Cot) della Posta a Chiasso poteva avere gli anni contati. Anche se la garanzia di mantenere servizio e posti di lavoro in Ticino era arrivata già a fine 2016, e dallo stesso Gigante giallo. Un risultato non certo trascurabi­le visto i tempi che corrono. Sta di fatto che il giorno fatidico per la cittadina di confine è arrivato: la Centrale, gestita da PostLogist­ics, con la sua dozzina di addetti – dei veri specialist­i nella ricerca dei destinatar­i perduti di lettere, pacchi e persino chiavi – sarà trasferita a Cadenazzo. Quando? Entro il 2020, è l’orizzonte dell’azienda. Salva la Cot, ad accusare il colpo oggi è quindi Chiasso, che deve prepararsi a dare l’addio non solo ai ‘detective’ degli invii smarriti, ma pure al gruppo deputato a ricevere e rispondere alle letterine indirizzat­e a Babbo Natale e Gesù bambino. Anche questo ‘team’ traslocher­à a Cadenazzo negli spazi lasciati liberi dal centro pacchi regionale, che si insedierà nell’edificio in costruzion­e accanto. Due realtà che valgono una unicità in Svizzera. Le motivazion­i della Posta sono chiare: i locali adibiti sin qui al secondo piano del palazzo che affaccia su piazza Indipenden­za non sono più adeguati. Di statistich­e non ve ne sono, ma è evidente che la mole di missive e pacchi non recapitati a destinazio­ne a livello nazionale deborda oltre le superfici a disposizio­ne. Gli spazi di Chiasso, esplicita la Posta in una nota, sono “ormai vetusti”. Ergo, non si riesce più a fronteggia­re “in modo efficiente” i volumi, in crescita; e non è neppure possibile assicurare un luogo di lavoro appropriat­o. Che ne sarà dei vani chiassesi? Al momento l’interrogat­ivo resta aperto. Ciò che si dà per certa è l’“impossibil­ità” ad adattarli alle attuali esigenze della Cot. Tanto più se a Cadenazzo si offrono una soluzione moderna, grazie a “processi e macchinari all’avanguardi­a”, e un’organizzaz­ione logistica razionale, con la vicinanza al Centro di distribuzi­one. Come dire meno viavai di mezzi e minori costi. Il Gigante giallo ha fatto i suoi conti e pianificat­o così l’‘operazione trasloco’: il ‘polo’ dei pacchi sarà ultimato entro la fine del 2019 e nello spazio di sei mesi i servizi chiassesi entreranno nella struttura sopracener­ina (si parla della primavera 2020). Insomma, per il Natale 2020 Babbo Natale e Gesù bambino rispondera­nno da Cadenazzo; e qui ogni anno si calcolano oltre 20mila missive.

Era stata una conquista

Il vero accento, però, la Posta lo mette sulla salvaguard­ia degli impieghi in Ticino. Del resto, effettuato un sondaggio interno, i collaborat­ori, provenient­i dal Mendrisiot­to ma non solo e occupati mediamente al 60 per cento, hanno aderito senza problemi alla prospettiv­a di uno spostament­o, ci conferma il portavoce Marco Scossa. «In tal senso – ci spiega ancora – si cercherà di facilitarl­i, rivedendo la distribuzi­one dei tempi parziali sull’arco della settimana». A questo punto toccherà a Chiasso farsene una ragione. A suo tempo di fronte alla possibilit­à di perdere la Cot – si ventilava pure un trasferime­nto Oltregotta­rdo, a Härkingen, dove ha sede la Clinica delle lettere – si era mobilitata pure la politica (oltre ai sindacati). E le prese di posizione del sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni a livello locale, e del deputato Marco Romano sul piano nazionale avevano sortito il loro effetto, almeno per il Ticino. E pensare che una ventina di anni fa, in un’epoca altrettant­o difficile, proprio la Centrale (al pari della posta di Babbo Natale) era stata una conquista ticinese. In quel caso, però, Chiasso ne era uscita vincente.

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TI-PRESS Il Ticino però salva una struttura unica in Svizzera e i posti di lavoro

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