Dare più spazio ai giovani gioverebbe ai club
A un terzo della fase preliminare, la classifica è abbastanza delineata e pone in evidenza quanto i pronostici di due mesi fa non fossero campati in aria. Ginevra è davanti a tutte, seppur con 8 gare come Neuchâtel e Sam, rispetto alle 7 giocate dalle altre: una sola sconfitta, quella patita in casa contro il Lugano. A quanto abbiamo visto direttamente o in streaming, questi valori sono abbastanza realistici perché dimostrano chiaramente come le potenzialità economiche siano ampiamente sfruttate per avere anche un potenziale tecnico. Nessuna delle prime cinque squadre gioca con soli tre stranieri, come le altre sette che seguono in classifica, e questo è già un dato significativo. Inoltre tutte dispongono di almeno un nazionale o di uno “svizzero d’America”, diciamo così, che ha un minutaggio importante nell’economia della squadra. È pur vero che sinora non tutti si sono dimostrati dei fenomeni. Se lo fossero, non sarebbero qui a calcare i nostri parquet. Nelle gare disputate sinora, il divario fra le prime e le ultime è abbastanza evidente. C’è da credere che questo margine si allargherà nel prosieguo della stagione, a meno che anche le altre non tornino sul mercato per colmare il gap. Non crediamo nemmeno che lo faranno perché, visto e considerato che non ci saranno retrocessioni, nessuno corre pericoli, a beneficio di casse già sufficientemente vuote. Un discorso a parte merita l’inserimento dei giocatori svizzeri: in alcune squadre, le migliori, sono per lo più nazionali, per quel che può contare. Sono comunque i migliori in circolazione, e sono anche quelli che costano di più. Gli altri, o sono troppo giovani per essere gettati nella mischia, o sono un po’ troppo scarsi e vedono il campo quando lo vedono, solo se la propria squadra è avanti di 25 punti. Forse, considerato quanto detto sopra sull’assenza di retrocessione, sarebbe opportuno dare a questi giovani qualche spazio in più per farli crescere e confrontarsi a livelli più competitivi, in proiezione futura. Se vogliamo creare un gruppo di giovani che siano pronti fra un paio d’anni, occorre fare delle scelte precise, sacrificando magari qualche punto in classifica, ma garantendosi un serbatoio utile alla società e, forse, risparmiando qualche franco. Non è per questo tipo di scelta che le palestre si svuoteranno, ne siamo certi. Anche perché i fedeli sono sempre quelli, facce nuove si contano sulle dita delle mani e i progetti coinvolgenti rimangono sempre delle belle idee espresse a inizio stagione, per poi perdersi nelle nebbie autunnali, con qualche rinascita a primavera, nei playoff.