laRegione

El Sabio suizo en Paraguay

- Di Ivano Fosanelli, docente di geografia al Liceo di Mendrisio

Venerdì alle 18 alla Biblioteca cantonale di Locarno, lo storico Danilo Baratti terrà una conferenza sul migrante ticinese Mosè Bertoni.

Mosè Bertoni nasce a Lottigna, in valle di Blenio, nel 1857. Sposato con Eugenia Rossetti e padre di tredici figli, nel 1884 emigra dapprima in Argentina, per poi stabilirsi nel 1887 in Paraguay, sulle rive del Paranà. Muore all’età di 72 anni in Brasile, alle Foz do Iguaçu, senza mezzi ma lasciando una bibliograf­ia con più di 500 pubblicazi­oni. Poche righe per tracciare il percorso storico geografico forse del più noto emigrante ticinese verso l’America latina tra Otto e Novecento. Uno degli oltre due milioni di europei – una vera e propria alluvione migratoria – che tra il 1870 e il 1914 raggiunser­o l’estuario del Rio de la Plata e il porto di Buenos Aires: verso l’America dei sogni, delle speranze, delle illusioni. Bertoni studia diritto a Zurigo e scienze naturali a Ginevra.

Segue da pagina 25 Nella primavera del 1884, alla soglia della laurea in botanica, decide di partire per l’Argentina. È molto probabilme­nte a seguito di un incontro con Elisée Reclus – geografo anarchico espulso in Svizzera per avere partecipat­o alla Comune di Parigi – che precisa la destinazio­ne verso l’America del Sud con l’obiettivo di “fondare una colonia-comunità socialista tra gl’Indiani del centro del Sud-America” nella provincia di Misiones. Il progetto, che sin dall’inizio risulta generico e poco definito nelle sue caratteris­tiche, non decolla anche a causa di alcune defezioni. Lo scontro tra ideali e realtà, che sembra caratteriz­zare l’itinerario biografico di Mosè, è evidente. Nel 1893 ritroviamo però il patriarca sulle rive del Paranà – nella località ancora oggi chiamata Puerto Bertoni – dove fonda la colonia agricola e di ricerca scientific­a Guillermo Tell. È in questa località che l’intelligen­za vulcanica del bleniese, la presenza costante della moglie Eugenia, l’imprendito­rialità del figlio Reto ed il lavoro di tutta la numerosa famigliaco­munità danno incredibil­i risultati: studi e pubblicazi­oni di botanica, zoologia, antropolog­ia, meteorolog­ia (…), per toccare naturalmen­te l’agronomia (ancora ristampata nel 1972, l’‘Agenda y mentor agrícola’, un manuale di divulgazio­ne indirizzat­o ai contadini), la geografia e la cartografi­a (sorprende per i dettagli e per la ricchezza d’informazio­ni climatiche ed economiche la splendida ‘Mapa del Paraguay Oriental’ del 1912). Dal 1894 al 1904 è ad Asunción con parte della famiglia, dove fonda e dirige la Escuela Nacional de Agricultur­a: progetto che coincide con un tentativo di rilancio del settore primario nel Paese. Di ritorno a Puerto Bertoni, nel 1918 riesce anche a installare, nel mezzo della giungla paraguaian­a, una tipografia, la “Ex Sylvis”, grazie alla quale può pubblicare parte delle sue ricerche: nel 1922 esce il primo dei tre volumi di scritti sulla ‘Civilizaci­ón Guaraní’. In quegli anni la colonia è però già nel pieno della lunga crisi economica che ne decreterà la fine. In una delle ultime lettere dell’aprile del 1928, Mosè, con amarezza, annota: “Ordinazion­i che non posso fare, conti che non posso pagare, miserie in casa, privazioni per la mia gente”. Possiamo ripercorre­re le vicende del Bertoni grazie a due fondamenta­li pubblicazi­oni degli storici Danilo Baratti e Patrizia Candolfi: ‘L’arca di Mosè. Biografia epistolare di Mosè Bertoni’, Casagrande, 1994 e ‘Vida e obra del Sabio Bertoni’, ed. helvetas, 1999. Il primo volume, frutto anche di un fortunato ritrovamen­to a Puerto Bertoni degli autori, raccoglie una selezione di 138 lettere, ripercorre­ndo magistralm­ente, grazie ad una ricca e approfondi­ta introduzio­ne, la parabola del “Sabio suizo” (il dotto, il saggio): dalle speranze giovanili al naufragio finale.

 ??  ?? Mosè Bertoni con la famiglia nel 1902
Mosè Bertoni con la famiglia nel 1902

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland