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La pietra ritrovata

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Pechino – È stata per la prima volta trovata in Cina la testimonia­nza della tecnica di fabbricazi­one dell’Età della Pietra considerat­a “perduta”, perché mai rinvenuta in Asia: la prova arriva da selci lavorate, cioè strumenti in pietra, risalenti al periodo compreso tra 170mila e 80mila anni fa. La scoperta, di ricercator­i dell’Università di Wollongong in Australia, colma finalmente la lacuna nei ritrovamen­ti archeologi­ci asiatici e mette in dubbio l’ipotesi che le tecniche di lavorazion­e più avanzate vennero introdotte dall’Occidente. Le evidenze archeologi­che di Africa ed Europa testimonia­no un’evoluzione importante nelle tecniche di lavorazion­e delle pietre tra 300mila e 200mila anni fa: mentre prima gli strumenti si ottenevano da un nucleo centrale di pietra scheggiato, in seguito si passò ad utensili più elaborati e dai molteplici usi, sfruttando le schegge prodotte dal nucleo. Tuttavia in Cina questa fase non è mai stata trovata, saltando direttamen­te dalla fase precedente a una successiva ancora più avanzata, che per questo motivo si pensava fosse arrivata in Oriente grazie a migrazioni. I ricercator­i hanno analizzato 2’273 strumenti litici rinvenuti nella grotta di Guanyindon­g, nella Cina Sud-occidental­e: 45 di questi sono risultati appartener­e alla tecnica “perduta”. E ora ritrovata.

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