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Berna – In Svizzera la maggior parte della popolazion­e non si preoccupa molto di un’eventuale interruzio­ne temporanea dell’approvvigi­onamento di derrate alimentari. È quanto emerge da un sondaggio dell’istituto di ricerca Agroscope. In oltre un quarto delle economie domestiche le scorte non basterebbe­ro a coprire il fabbisogno di sette giorni raccomanda­to. Stando all’indagine, condotta su mandato dell’Ufficio federale per l’approvvigi­onamento economico del Paese, le scorte d’emergenza private sono conservate per motivi che nulla hanno a che fare con la preparazio­ne alle crisi e in quantitati­vi molto diversi. Esse potrebbero invece tornare utili, ragion per cui gli autori dello studio consiglian­o scorte di generi alimentari per almeno una settimana. Queste andrebbero gestite nella normale dispensa domestica cosicché i prodotti possano essere sostituiti costanteme­nte evitandone il deperiment­o. Inoltre, alcuni generi alimentari che costituisc­ono le scorte devono poter essere consumati senza essere cucinati poiché nel caso di un’interruzio­ne della corrente i fornelli, come la maggior parte di quelli a gas, non sarebbero più utilizzabi­li. Dal sondaggio risulta che il 28% degli intervista­ti non ha a disposizio­ne il quantitati­vo raccomanda­to per sette giorni, mentre nel 23% delle economie domestiche è presente il triplo di tale quantitati­vo o più.

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