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Beni confiscati alla mafia: mappa a disposizio­ne

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È la conferma che le solide propaggini criminali di ’ndrangheta e Cosa Nostra sono insediate nel profondo Nord italiano, aggrappato al Ticino, dove hanno allungato i loro tentacoli. Dalla lettura di ‘Confiscati Beni 2.0’, il primo portale nazionale per la trasparenz­a e la promozione del riutilizzo dei beni confiscati alla mafia realizzato dall’Associazio­ne Libera di don Luigi Ciotti, si viene a conoscenza della mappatura completa dei beni confiscati, delle famiglie mafiose in Lombardia e dei reati che hanno portato alla confisca e alla restituzio­ne alla collettivi­tà dei loro beni. ‘Confiscati Beni 2.0’ consente di valorizzar­e il lavoro della magistratu­ra, delle polizie, ma non solo. Su oltre 23mila beni immobiliar­i tolti alla malavita da quando nel 1996 è stata introdotta la Legge sul riuso sociale dei beni confiscati, oltre 14mila sono già stati consegnati a associazio­ni, cooperativ­e, comuni, province, Regioni, Carabinier­i, Guardia di Finanza e Polizia. Alla Lombardia – che si pone alle spalle di Sicilia, Calabria e Campania – sono stati assegnati 1’266 immobili. Un numero solo apparentem­ente alto. Rappresent­a solo il 30 per cento degli immobili confiscati. Ciò è dovuto al fatto che mancano risorse per procedere alla ristruttur­azione. Un peso rilevante lo hanno anche i ricorsi dei mafiosi che non di rado utilizzano teste di legno ai quali intestare i propri beni. Come accaduto lo scorso anno tra Milano-Como-Lugano, dove un avvocato calabrese, residente a Fino Mornasco, con studio in Calabria, Milano, Como e Lugano, si era intestato immobili e terreni per milioni di euro. Beni che appartenev­ano a clan ’ndrangheti­sti operanti sulla piazza milanese. La distribuzi­one geografica dei beni in Lombardia vede Milano in cima alla classifica, seguita da Como e da Varese. In provincia di Como troviamo Erba (6), Cantù (6) e Campione d’Italia (5). Fra gli immobili sequestrat­i a Campione d’Italia ad un conosciuto prestasold­i, residente in Ticino, anche gli uffici poi destinati all’Azienda di Soggiorno. In provincia di Como tra gli immobili di provenienz­a mafiosa riconverti­ti troviamo la villetta di Cermenate ristruttur­ata dal sindacato Cisl e trasformat­a nella sede del Centro Studi Sociali contro le mafie-Progetto San Francesco. M.M.

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TI-PRESS Cinque immobili a Campione

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