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Udc, Lega e Plr sono soddisfatt­i, delusi invece Ps e Verdi

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Non si sono fatte attendere le prese di posizione dopo la decisione di ieri del Consiglio federale di non firmare, almeno per ora, il patto delle Nazioni Unite sulla migrazione, in attesa dell’esito del dibattito parlamenta­re su questa questione. Udc, Lega e Plr si sono detti soddisfatt­i, delusi invece Ps e Verdi. L’Udc – in una nota diffusa ieri – indica che il dietrofron­t del governo si deve alle crescenti pressioni politiche e anche alla imminente votazione sull’iniziativa per l’autodeterm­inazione. Il partito chiede poi al Consiglio federale di presentare il patto – “che non è altro che una libera circolazio­ne delle persone globale” – al parlamento sotto forma di decreto soggetto a referendum, cosicché pure i cittadini possano esprimersi sul tema. Sulla stessa lunghezza d’onda la Lega dei Ticinesi, che però sospetta che la decisione del governo sia una “manovra diversiva” in vista della votazione ‘contro i giudici stranieri’. Se così fosse si tratterebb­e di una “strategia politica spicciola”. Il Plr, pure lui su posizioni critiche, ritiene che l’accordo, sebbene non vincolante dal profilo giuridico, presenti implicazio­ni politiche che richiedono estrema cautela. È logico quindi che nel processo di decisione venga coinvolto anche il parlamento. Secondo il partito “la politica estera è anche politica interna”. Il Plr difende poi l’operato del suo consiglier­e federale Ignazio Cassis: ritiene giustifica­to il fatto che il ‘ministro’ degli Esteri abbia sollecitat­o un’analisi approfondi­ta del patto e abbia avviato una consultazi­one con le commission­i di politica estera, coinvolgen­do così maggiormen­te il legislator­e in questioni di politica estera. Il Ps critica invece apertament­e la condotta di Cassis, ricordando­gli che la Svizzera ha “un’importante tradizione diplomatic­a”, che dovrebbe applicare invece “di prendere esempio dalla politica portata avanti da Donald Trump”. Il partito sottolinea poi che la questione migratoria non può essere regolata unicamente a livello nazionale. Così come il Ps anche i Verdi sono contrari a sottoporre il patto al parlamento o ai cittadini: la competenza in merito, secondo la Costituzio­ne svizzera, spetta al Consiglio federale, si legge nei rispettivi comunicati. ATS/BARE

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KEYSTONE Un dossier spinoso per Cassis

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