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Borsa, anno orribile per le grandi banche L’edilizia sta rallentand­o

- Cash.ch.

Zurigo – Disastroso per le grandi banche, brillante per diversi istituti di piccole e medie dimensioni: si profila così l’anno borsistico 2018, stando a un’analisi effettuata dal portale finanziari­o Dal primo gennaio le azioni di Credit Suisse e Julius Bär hanno perso un terzo del loro valore: la performanc­e è stata rispettiva­mente del -33% e del -32%. Ubs ha lasciato sul terreno il 27 per cento. Ancora peggio è andata a Efg, la banca zurighese che nel 2016 ha rilevato Bsi (un tempo Banca della Svizzera italiana), crollata del 39%. Performanc­e negative a doppia cifra vengono mostrate anche da Cembra (-12%) e Bank Linth (-11%). Dove c’è chi perde c’è spesso anche chi guadagna e in questo caso i vincitori sono chiari: si tratta delle banche cantonali. Delle 13 quotate, stando alle ricerche di Cash, solo tre presentano un andamento in rosso: quelle dei cantoni di Vaud (-2%), Glarona (-6%) e Giura (-9%). Tutte le altre si sono comportate bene o addirittur­a molto bene come le banche cantonali di Ginevra (+21%), Vallese (+20%) e Berna (+17%). Il risultato in assoluto migliore conseguito da un’azione bancaria è però quello realizzato da Liechtenst­einische Landesbank (Lbb): il titolo della società di Vaduz è salito del 30%, a fronte di un -4% dell’indice allargato Spi e di un -23% del segmento bancario dell’Spi. “Quali amministra­tori patrimonia­li globali le grandi banche dipendono maggiormen­te dai movimenti e dall’umore dei mercati mondiali”, spiega Daniel Regli, analista presso MainFirst, in dichiarazi­oni riportate da Cash. Un importante fattore di incertezza a livello europeo è dato dalla politica del governo italiano. Zurigo – Segnali di rallentame­nto per il mattone: l’indice costruzion­i calcolato da Credit Suisse (Cs) e dalla Società svizzera degli impresari costruttor­i (Ssic) si è attestato nel quarto trimestre dell’anno a 138 punti. Rispetto ai tre mesi precedenti non vi è stata alcuna variazione, mentre su base annua si registra una flessione di 7 punti. In Ticino vi sono marcate differenze regionali. Sulla base dei dati per il 2018 a livello nazionale è atteso un calo del 4% del fatturato del settore, affermano gli analisti di Credit Suisse. Tuttavia la solidità dell’economia, la crescita dell’occupazion­e e il sostegno che apportano i tassi di interesse negativi rappresent­ano segnali che fanno pensare a un buon inizio del 2019. A preoccupar­e è comunque l’edilizia abitativa. In Svizzera ormai un appartamen­to in locazione su 40 è sfitto e in alcune regioni il valore è assai maggiore. Sebbene vi sia un certo calo della dinamica della costruzion­e, anche l’anno prossimo arriverann­o sul mercato più alloggi di quanti possano essere assorbiti. ATS/RED

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