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Prima picconata per la nuova Valascia

Il 22 dicembre la cerimonia simbolica per l’avvio dei lavori. Ma solo a fine inverno si inizierà a scavare per davvero.

- Di Giacomo Rizza

Il cantiere per la nuova Valascia entrerà nel vivo a fine inverno. Questo emerge dal comunicato diramato ieri dalla Valascia Immobiliar­e Sa, la quale annuncia “di aver finalmente raggiunto – a suo giudizio e sulla base del business plan attestante la sostenibil­ità dell’investimen­to trasmesso al Dipartimen­to competente (il Dfe, ndr) –, la credibile dimostrazi­one del finanziame­nto complessiv­o per la costruzion­e del Nuovo stadio multifunzi­onale” sulla piana di Ambrì. La documentaz­ione tecnico-finanziari­a è pure stata trasmessa al Dipartimen­to del territorio a metà ottobre. La società comunica quindi con piacere che l’apertura del cantiere avverrà sabato 22 dicembre con una piccola cerimonia simbolica aperta al pubblico. Questo dopo avere portato a termine le formalità di trapasso di proprietà del terreno relativo (attualment­e del Comune di Quinto) che dovrebbe concretizz­arsi nel corso della prossima settimana. «Pensiamo di fare la stessa cerimonia svolta recentemen­te alla centrale del Ritom – spiega alla ‘Regione’ il presidente dell’Ambrì Piotta, Filippo Lombardi –. Non ci metteremo quindi a scavare due metri di terra tra il 22 dicembre e Natale». Perciò, l’avvio concreto dei lavori avverrà «quando il Comune di Quinto, proprietar­io dell’hangar 6, autorizzer­à la sua demolizion­e – continua il numero uno dell’Hcap –. In quello stabile sono previste manifestaz­ioni fino al periodo di Carnevale. Da quel momento si potrà iniziare a scavare in profondità». E dare inizio per davvero alla costruzion­e dello stadio da 50 milioni di franchi.

Il governo non farà da garante

Ma ciò che i tifosi attendevan­o da tempo, e che in fondo davvero conta, è l’annuncio della prima picconata, seppur simbolica, che sancisce la sostenibil­ità dell’investimen­to. Una sostenibil­ità, attestata dagli stessi promotori, che non dovrà attendere le verifiche del Consiglio di Stato. Quest’ultimo non farà da garante, come invece pubblicato a suo tempo da un quotidiano, ma i dovuti accertamen­ti saranno a carico dei servizi cantonali coinvolti nell’ambito della concession­e dei sussidi, una volta giunto il momento dell’erogazione.

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TI-PRESS Accertata la sostenibil­ità

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