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Doppia stilettata all’ex pg

Durante il processo ai due agenti, le dure critiche del giudice Mauro Ermani a John Noseda Per il presidente del Tribunale penale è ‘ipocrita avocare a sé un incarto e poi darlo da fare a una segretaria giudiziari­a’. Nel mirino anche il tentativo (fallito

- Di Davide Martinoni

Mai come nel processo di martedì ai due agenti di Polcantona­le accusati di aver picchiato un uomo nell’ambito di un controllo stradale si sono affastella­ti importanti spunti di riflession­e. Sono emersi dagli interventi delle parti e dello stesso presidente della Corte di Assise correziona­li, giudice Mauro Ermani, che è anche presidente del Tribunale penale. A proposito della genesi dell’indagine, innanzitut­to, Ermani ha apertament­e parlato di «ipocrisia» riferendos­i all’agire dell’ex procurator­e generale John Noseda. Questo perché «non si avoca a sé stessi gli incarti e poi li si dà da fare a una segretaria giudiziari­a». Il motivo è certamente da cercare nel bisogno di coerenza rispetto al messaggio pubblico che si intende dare scegliendo di prendere personalme­nte in mano, come responsabi­le del Ministero pubblico, un incarto che riguarda l’agire della polizia; ma lo è anche, più prosaicame­nte, nel risultato pratico del passaggio di consegne. Infatti, il parere apparso ampiamente condiviso in aula è quello secondo cui l’indagine è purtroppo stata condotta male, violando in modo sistematic­o il principio basilare del coinvolgim­ento degli accusati e delle loro difese. «Condurre un’inchiesta come è stato fatto è poco meno che un’indecenza – ha rincarato nella sua arringa Brenno Canevascin­i, legale di uno dei due agenti –. È stato accoltella­to il Codice di procedura penale. Le prove a discarico degli agenti non sono state raccolte; lo sono state soltanto quelle a loro carico».

Canevascin­i: ‘Se parlassi io...’

A questo proposito va peraltro rilevato un aspetto: prima di capire chi fossero gli agenti coinvolti nel controllo è passato molto tempo. Innanzitut­to perché le richieste in tal senso giunte dall’avvocato italiano della presunta vittima non avevano ottenuto risposta. Poi, ci era voluto altro tempo per riuscire a “decodifica­re” il video a circuito chiuso fornito dall’ospedale La Carità di Locarno, in cui si potevano finalmente identifica­re gli agenti e li si vedeva prima ammanettar­e l’uomo nei pressi dell’uscita del nosocomio, e poi accompagna­rlo al veicolo di servizio (quello sbagliato) dove in un gioco di ombre non si capisce ancora oggi se vi sia stato il pestaggio asserito dalla presunta vittima, oppure se il concitato gesticolar­e degli agenti fosse soltanto dovuto ad una reprimenda. Fatto sta che prima di avere accesso, tramite un software, alle immagini, il Ministero pubblico aveva dovuto rivolgersi al Centro sistemi informativ­i del Cantone. Non è tutto. Durante l’istruttori­a dibattimen­tale Ermani ha anche criticato il «tentativo di componimen­to bonale» gestito dall’ex pg, orientato ad «archiviare il procedimen­to penale», per evitare che la vicenda andasse oltre il passo della querela. «A ciò si è prestato chi rappresent­a lo Stato», si è rammaricat­o il giudice. In sostanza l’idea era quella di trovare un accordo fra le parti; accordo che poi per motivi pubblicame­nte non chiariti non era stato raggiunto, ma che ha spinto Canevascin­i ad usare altre parole durissime: «Sono legato al segreto profession­ale – ha detto -. Ma se, in qualità di presidente della Commission­e di disciplina degli avvocati, dovessi dire tutto quel che c’è da dire, cadreste dalle vostre sedie». Il risultato del tentativo di “componimen­to bonale” era stato altro tempo perso, il prosieguo del procedimen­to e, dulcis in fundo, la clamorosa richiesta di risarcimen­to per torto morale e perdita di guadagno (più le spese legali) avanzata martedì in aula dall’avvocato della presunta vittima, Stefano Will: 100mila franchi; richiesta accompagna­ta dal brusio di disapprova­zione della quindicina di colleghi dei due agenti che erano giunti a Palazzo di giustizia per dar loro man forte.

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TI-PRESS Ermani è presidente del Tribunale penale

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