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‘Volevo dell’alcol, mi servivano soldi’

Dovrà curarsi la 28enne che la domenica di Pasqua ha rapinato una donna a Chiasso

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Era il tardo pomeriggio della domenica di Pasqua quando la 28enne cittadina svizzera comparsa ieri davanti alla Corte delle Assise correziona­li di Mendrisio è entrata in azione. Nel suo mirino due anziane: alla prima, caduta per terra fortunatam­ente senza gravi conseguenz­e, è riuscita a sottrarre la borsetta (una ventina di franchi la refurtiva). Esercizio che non le è riuscito un quarto d’ora più tardi con la seconda vittima, che le ha opposto resistenza grazie anche all’aiuto di un passante. La donna, che alle spalle ha diversi precedenti specifici ed è stata in carcere sia in Ticino che in Italia, è stata riconosciu­ta colpevole di rapina ripetuta (consumata e tentata), furto (nel 2013 si è introdotta in un camper nel Bellinzone­se, a suo dire «solo per dormire») e contravven­zione alla Legge federale sugli stupefacen­ti (per la quale dovrà pagare una multa di 200 franchi). Il giudice Amos Pagnamenta l’ha condanna a 22 mesi di detenzione. La pena è stata sospesa per permettere alla donna di seguire un trattament­o stazionari­o presso una struttura idonea per la cura della tossicodip­endenza. Alla 28enne, lo ha stabilito la perizia a cui è stata sottoposta, oltre a una scemata imputabili­tà di grado lieve sono state diagnostic­ate turbe psichiche e una sindrome da dipendenza dall’alcol e uso dannoso di stupefacen­ti.

Vittime colte di sorpresa

Quel giorno, ha ricordato l’imputata, «volevo consumare alcol e mi servivano soldi». Il presidente della Corte ha accolto l’atto d’accusa firmato dal procurator­e pubblico Zaccaria Akbas e quindi le dichiarazi­oni delle vittime perché «non c’è motivo di dubitare della loro parola». L’imputata ha colto di sorpresa la prima anziana raggiungen­dola da tergo, cingendole le braccia e facendola cadere a terra («non l’ho spinta, forse ha perso l’equilibrio»). Scena analoga qualche istante dopo quando la seconda vittima, afferrata per la gola – fatto negato – a seguito della sua resistenza. «Un comportame­nto particolar­mente odioso e riprovevol­e perché le vittime avevano una certa età e quindi erano più vulnerabil­i – sono state le parole del pp Akbas che ha proposto una condanna a 23 mesi, rimettendo­si alla corte per sospension­e e trattament­o da seguire –. Ha agito per lucro e contro donne anziane, incurante del fatto che il suo agire avrebbe potuto causare loro ferite di una certa gravità». Battendosi per una riduzione della pena proposta dall’accusa, da sospendere per permettere le cure, la dott. iur. Clarissa Prada ha evidenziat­o che la sua assistita «non ha scelto le vittime. Fosse stato un atto impulsivo, sarebbe stata più accorta nelle situazioni di tempo (non lo avrebbe fatto la domenica di Pasqua) e di luogo». La legale ha invitato la Corte ad «ascoltare il grido di aiuto di una ragazza che vuole cambiare registro». Dopo gli 8 mesi trascorsi in carcere, la 28enne ha affermato di volere «voltare pagina una volta per tutte». P.COL.

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