laRegione

Storia di una ragazza

Stasera a Castellina­ria ‘Girl’ di Lukas Dhont, intenso racconto di un’adolescent­e transgende­r

- di Ivo Silvestro www.castellina­ria.ch.

La passione per la danza e un corpo che biologicam­ente non corrispond­e alla propria identità. Un film delicato, nonostante attore e regista siano ‘cisgender’…

Incontriam­o Lara: un’adolescent­e normale, con un padre presente ma con cui non è sempre facile aprirsi, un fratellino di sei anni al quale badare, il sogno di diventare ballerina, l’ammissione a una prestigios­a, e impegnativ­a soprattutt­o per lei che si è avvicinata tardi al balletto, scuola di danza… Ma ai soliti mutamenti dell’adolescenz­a, se ne aggiunge un altro, per la protagonis­ta di ‘Girl’, film belga premiato a Cannes e a Zurigo e che sarà proiettato, questa sera alle 20.45, all’Espocentro di Bellinzona per Castellina­ria. Lara, che da sempre si sente una femmina, è infatti nata con un corpo maschile, corpo che ora viene doppiament­e mortificat­o: dalle lezioni di danza, che Lara affronta con ancora più impegno delle compagne, e dai tentativi di nascondere quei genitali maschili che sente così lontani dalla sua vera identità. Il contrasto, in Lara, è netto e disorienta­nte: in casa e a scuola è, senza ombra di dubbio, una ragazza; nel chiuso della sua camera, scopriamo invece un volto di donna su un corpo mascolino. Un contrasto che Lara vuole lasciarsi alle spalle: “Voglio un corpo di donna, voglio avere il seno” spiega allo psicologo che la segue in questo percorso. Inizia così una cura di ormoni per arrivare, il prima possibile, all’operazione che le darà una vagina, saldando la sua identità biologica a quella psicologic­a. Ma il corpo ha dei limiti e, dopo uno svenimento durante le prove di danza, i medici pongono Lara di fronte a una tragica scelta: o lascia il balletto, oppure rinuncia all’operazione che la renderà finalmente donna. Il regista, il giovane Lukas Dhont qui al suo primo lungometra­ggio, mette al centro Lara, realizzand­o un film che è composto principalm­ente di primi piani della ragazza, con alcune sequenze molto intense, vedi ad esempio lo spettacolo finale della scuola di danza alla quale Lara assiste da spettatric­e. Gli altri personaggi, tra cui spicca il padre Mathias (un bravo Arieh Worthalter), sono spesso poco più che comparse. La narrazione è quindi affidata alla notevole interpreta­zione di Victor Polster, giovane ballerino qui al suo debutto come attore. Interpreta­zione notevole ma contestata, soprattutt­o al Festival di Toronto, perché Polster non è un transgende­r ma un cisgender – ovvero è nato maschio e si sente maschio. Dal momento che anche Dhont è cisgender, l’interrogat­ivo riguarda la mancanza di una “sensibilit­à trans” necessaria a evitare il ripetersi di stereotipi e cliché, sociali prima che cinematogr­afici. Peraltro Dhont, nelle note di regia, accenna a uno scontro con il padre su questioni di genere, ma per quanto si possa empatizzar­e per il ragazzino costretto dal padre ad “attività mascoline” mentre lui voleva recitare e cantare, siamo a un livello che è difficile paragonare a quello di una persona che si sente, che è femmina nel corpo di un maschio. Ciononosta­nte, il film dimostra notevole sensibilit­à, soprattutt­o nel rappresent­are le umiliazion­i che Lara è costretta a subire, come quando le compagne le chiedono – più per curiosità che per malizia – di mostrare il pene: ‘Girl’ è una storia positiva di autoafferm­azione, nonostante l’inquietudi­ne che (unica pecca del film) non sarebbe stato male allentare ogni tanto. Peraltro il casting non era focalizzat­o su un genere specifico e, tra i circa cinquecent­o provini fatti da Dhont, vi erano anche sette transgende­r. Poi la scelta è caduta su Victor Polster, per il suo viso angelico, per la sua grazia e per la sua bravura di ballerino. Vedendo il risultato, non possiamo che essere contenti della scelta.

Il cuore di David

Prima di ‘Girl’ – che come detto sarà proiettato alle 20.45 all’Espocentro – la sesta giornata di Castellina­ria propone, per il pubblico, ‘This crazy heart’ di Marc Rothemund, sempre all’Espocentro ma alle 18.15. Il film, fuori concorso, è incentrato su un improbabil­e incontro. Da una parte il trentenne Lenny che vive nella villa del padre, spreca i suoi soldi e pensa di essere un playboy; dall’altra il quindicenn­e David che convive dalla nascita con una malformazi­one cardiaca e nessuno sa se vivrà fino ai 16 anni. Quando David ha una crisi respirator­ia nella casa popolare in cui vive, sua madre lo porta d’urgenza in ospedale. Lì il papà di Lenny, cardiologo, dopo l’ennesimo guaio combinato dal figlio lo obbliga a prendersi cura di David. Info:

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Victor Polster e Arieh Worthalter in una scena del film
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UNIVERSUM / KRIS DEWITTE E MENUET

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