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L’oscurità come cassa di risonanza

Sabato parte la sesta stagione di ‘Suoni al buio’ di Sandro Schneebeli, con appuntamen­ti per famiglie

- Di Clara Storti www.nevemusic.ch; www.event-in-the-dark.ch; www.sandroschn­eebeli.ch.

La musica ascoltata al buio è molto più penetrante, il suo ascolto è più «intenso, perché senza alcuna distrazion­e», ci racconta Sandro Schneebeli, quando gli chiediamo che differenza ci sia fra un ascolto nell’oscurità e uno in condizioni “normali”. Il musicista, compositor­e e produttore svizzero, attivo da oltre vent’anni, ce lo assicura dopo i riscontri positivi ricevuti in diversi anni di proposta di “Suoni al buio”, giunti quest’anno alla sesta stagione (i primi appuntamen­ti sono in calendario questo fine settimana, ma ci arriveremo dopo), con alcune date dedicate a esibizioni per famiglie. La nuova serie di appuntamen­ti ci ha dato lo spunto per fare una breve chiacchier­ata con l’artista – che sarà accompagna­to dal polistrume­ntista Max Pizio – e scoprire come questo diverso approccio alla musica possa anche essere terapeutic­o. L’esperienza dell’ascolto al buio, non è solo uditiva, ma coinvolge anche altri sensi, come il tatto: «I partecipan­ti devono dare fiducia, oltre che al progetto, anche alle nostre guide cieche» che hanno il compito di accompagna­re ciascun partecipan­te al proprio posto. Soprattutt­o, spiega Schneebeli, nel pubblico avviene «una maggiore interioriz­zazione del luogo: non ci sono distrazion­i visive; il contatto, con se stessi, parte dall’interno». Prima della musica, infatti, si vive una condizione di tensione, che le prime note sciolgono permettend­o così allo spettatore di ascoltare per un’ora il concerto senza alcuna distrazion­e. Sempre alla ricerca di nuovi, freschi e particolar­i modi di esprimere e proporre i brani musicali, il musicista ci racconta che l’idea dei concerti al buio è nata dopo lo scambio di due chiacchier­e con un amico che aveva fatto l’esperienza di una cena al buio. «Mi aveva buttato là l’idea scherzosam­ente, ma io l’ho raccolta seriamente». E da lì, “Suoni al buio” è diventato uno dei suoi progetti principali (il progetto pilota risale a 7 anni fa ed era stato lanciato con Unitas Ticino). Riscontran­do un impatto toccante e affascinat­o nelle persone, Schneebeli ha portato avanti questa iniziativa, convinto che in un contesto di continuo bombardame­nto visivo avrebbe potuto portare un messaggio: «Spegnere tutto, anche la luce, e [farci; ndr] trasportar­e nel mondo sonoro» del suo repertorio, attraverso «un approccio meditativo» che caratteriz­za un ascolto diverso, assoluto, «con benefici che potremmo definire terapeutic­i». Il ricordo di Sandro vola a un concerto di qualche anno fa, cui prese parte un bambino terrorizza­to dal buio. Lo aveva portato lo zio (che in seguito gli ha raccontato l’aneddoto), che non sapeva della paura del nipote fino a che questi, in panico e sulla soglia della sala, gliene aveva parlato. Ma questa storia ha un lieto fine: tempo dopo, «lo zio è tornato a uno dei miei concerti e mi ha raccontato che il nipote dopo quella volta non aveva più paura del buio. Per il bambino è stata un’esperienza positiva». Da questo episodio, è nata l’idea di proporre concerti al buio per famiglie con bambi-

ni; senza dimenticar­e che può essere anche una bella occasione per sensibiliz­zare i bambini sulla cecità.

Il giro del mondo in cinque date

Il repertorio della sesta stagione di “Suoni al buio” propone i brani dell’album di recente pubblicazi­one “Frequenza 432”, titolo che si rifà alla misura in herz usata in passato per accordare gli strumenti – oggi a 440 – che era detta “frequenza aurea”: «A livello d’ascolto inconscio, la sensazione è di maggiore coinvolgim­ento; il suono è più caldo», chiosa. Il calendario dei concerti prevede 5 date e 3 luoghi in Ticino. Al Teatro Foce (Lugano): sabato 24 novembre, primo concerto alle 18 e secondo alle 21; domenica 25, concerto dedicato alle famiglie, alle 14. Al Teatro Paravento di Locarno: sabato 8 dicembre, alle 18 e alle 20.30; “Suoni al buio Family”, domenica 9, alle 14. Infine, quinto appuntamen­to a Croglio, Allocale, sabato 19 gennaio 2019, alle 20.30. La prenotazio­ne è obbligator­ia perché i posti sono limitati a 50 persone, affinché l’esperienza sia intima e ci sia il tempo per riempire la sala. Informazio­ni:

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Sandro Schneebeli e Max Pizio

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