Solo uno è Beat. E gli altri?
Feuz è l’unica certezza nella squadra elvetica di velocità che nel weekend inizia la stagione a Lake Louise
Una certezza e qualche punto di domanda. È la situazione all’interno della squadra svizzera di velocità che nel weekend debutterà nella Coppa del mondo 2018/2019 sulle nevi di Lake Louise, dove sono in programma una discesa (sabato) e un super-G (domenica). La sicurezza è evidentemente rappresentata da Beat Feuz, di diritto tra gli atleti da battere dopo una scorsa stagione da incorniciare, nella quale oltre alle due medaglie olimpiche (argento in super-G e bronzo in discesa a Pyeongchang) si è portato a casa anche il globo di cristallo di Cdm nella disciplina regina. Per il 31enne dell’Emmental l’estate ha portato solo buone notizie, con la nascita della primogenita Clea – avuta con la moglie Katrin Triendl, ex slalomista austriaca – e il ginocchio (il suo punto debole) che non ha dato problemi, permettendogli di svolgere al meglio la preparazione. E se come le prime prove tecniche disputate – vittoria dei “soliti” Worley, Shiffrin e Hirscher – anche quelle di velocità diranno che i valori non sono cambiati durante la pausa estiva, il bernese avrà di che divertirsi anche quest’anno. E in casa Svizzera c’è da sperare che sarà davvero così, poiché come detto dietro a Feuz le incognite sono molte e mal si vede come una di esse potrebbe colmare il vuoto lasciato da eventuali sue controprestazioni. Il numero due rossocrociato del passato inverno, Mauro Caviezel (12° nella classifica di discesa e 15° in quella di super-G), a 30 anni non sembra avere più grandi margini di crescita. Per non parlare del veterano Carlo Janka, che per sua stessa ammissione non è ancora tornato (soprattutto a livello mentale) quello che era prima della lesione del legamento cro-
ciato anteriore del ginocchio destro patita nell’ottobre 2017 e che lo ha condizionato per tutta la stagione, nella quale ha preso parte solo alla combinata olimpica (15°) e ad alcuni allenamenti di discesa. Oltretutto durante la preparazione si è trovato talmente male con i nuovi scarponi, da tornare al modello vecchio. Gli altri punti interrogativi sono rappresentati ad esempio da Patrick Küng, il campione del mondo del 2015 capace nella scorsa stagione di terminare una sola volta nella top 10 (9° nella discesa di Bormio). O ancora i vari Gilles Roulin (dal quale ci si aspetta un ulteriore salto di qualità nonostante
l’impegno degli studi di diritto), Marc Gisin, il rientrante (da un’operazione alla spalla) Niels Hintermann e perché no il talentino nidvaldese Marco Odermatt, quadruplo campione del mondo ai Mondiali juniores di Davos.
Tutti dietro a Innerhofer
È piuttosto fedele alle attese il primo allenamento sulle nevi canadesi, con l’italiano Christof Innerhofer che ha chiuso davanti a tutti (1’47’’57), mentre Feuz – pur senza forzare – si è piazzato ottavo, staccato di 0’’85 dall’altoatesino, sei centesimi davanti a Küng (decimo a 0’’91).