‘Con investimenti minimi si ottengono risultati enormi’
C’è molto entusiasmo nella voce della dott. Olivia Pagani quando ci racconta che assistere i colleghi in Kirghizistan è una bella avventura: «Siamo lì per aiutarli a trovare soluzioni che possano funzionare nella loro realtà. Si concorda tutto, senza imporre nulla. Donare una macchina e andarsene non serve a nulla», spiega la dottoressa. Più dell’80% delle sue pazienti in Ticino guarisce e per migliorare questa percentuale servono grossi investimenti. «In Kirghizistan è il contrario, con investimenti minimi vediamo in poco tempo risultati enormi», spiega. Ci sarà molto da fare anche a livello di comunicazione, perché il tumore al seno per tante donne kirghise è un tabù, chi sospetta di averlo non consulta un medico, perché ha paura di morire e teme di essere lasciata dal marito. «Per risolvere questo problema servirà il coinvolgimento del governo. Aiuta anche la solidarietà tra le pazienti, molte delle quali sono musulmane. Mentre da noi la malattia è un evento privato e intimo, lì le pazienti si mettono in gioco, ne parlano in gruppo, si sostengono», precisa. Anche la disponibilità di farmaci e il loro costo è un problema. Chi è ricco, si cura ad Istanbul o Mosca, ma la maggioranza deve pagarsi le cure. «Le pazienti devono acquistare i medicamenti in farmacia dove oltre al prezzo, anche la qualità è un problema», spiega il dottor Cavalli. Una via forse percorribile sarà quella di fare pressioni sul governo. «Secondo l’Oms, i medicamenti essenziali in oncologia dovrebbero essere distribuiti dalle autorità», spiega l’oncologo.
Alcune pazienti, con la dott. Pagani