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‘-5%, taglio neutro per i Comuni’

Vitta (Dfe) all’Associazio­ne comuni ticinesi: ‘Se cala il moltiplica­tore cantonale, per voi niente perdite’ E sull’iniziativa ‘Per Comuni forti’, Gobbi (Di) e Dafond (Act): ‘C’è una Piattaform­a di dialogo creata apposta’

- Di Jacopo Scarinci

L’abbassamen­to del 5 per cento del moltiplica­tore cantonale, ipotesi al vaglio come misura nell’ambito della Riforma fiscale federale, «ai Comuni non costerebbe un franco». Lo ha ricordato ieri sera Christian Vitta, direttore del Dipartimen­to finanze ed economia (Dfe), intervenen­do all’assemblea generale dell’Associazio­ne dei comuni ticinesi (Act) convocata nella sala del Consiglio comunale di Lugano. Questo perché «il moltiplica­tore cantonale incide unicamente sugli introiti delle finanze del Cantone – ha continuato Vitta –. C’è un imponibile, e su questo imponibile il Comune applica il suo moltiplica­tore». Ma l’imponibile resta sempre il medesimo, indipenden­temente da quale sia il moltiplica­tore cantonale. Detta semplice: «La riduzione del 5 per cento del moltiplica­tore è stata pensata per dare una risposta alle richieste di sgravi fiscali arrivate da quasi tutti i partiti – ha annotato davanti ai rappresent­anti dei Comuni il direttore del Dfe –, e allo stesso tempo senza provocare perdite alle finanze comunali». L’unica strada percorribi­le? «Sì, l’unico modo di sgravare le persone fisiche senza che si verifichin­o ammanchi nelle entrate comunali è questo. Se si vanno a toccare le aliquote, si va a toccare anche l’imponibile e l’effetto si registra anche per i Comuni». Ipotesi, questa, che ha concluso Vitta «si applichere­bbe anche alle aziende, andando ad agire con effetti positivi nella concorrenz­a tra Cantoni che è sempre più accresciut­a». Convitata di pietra, ma solo perché non all’ordine del giorno, l’iniziativa legislativ­a ‘Per Comuni forti e vicini al cittadino’ con promotori i Municipi dei Comuni di Canobbio, Melide e Vernate che da ieri, lo ha annunciato la Rsi, può contare sull’appoggio – va da sé, pesante – del Municipio di Lugano. Il capofila degli iniziativi­sti, il sindaco di Vernate Giovanni Cossi, è tornato alla carica sul tema. Dopo aver definito la presa di posizione critica del Consiglio di Stato come una “entrata a gamba tesa” (vedi edizione di ieri), ha attaccato frontalmen­te l’Act e i suoi vertici affermando che «l’associazio­ne si è politicizz­ata ed è diventata filogovern­ativa». La giustifica­zione di tanto ardore sta nel fatto che per Cossi «l’Act non dice nulla e non si è schierata a favore». Le risposte non sono mancate. Norman Gobbi, direttore del Dipartimen­to istituzion­i, interpella­to dalla ‘Regione’ a margine dell’assemblea, ha rilevato come «le dichiarazi­oni di Cossi sono forti ma parziali, perché prende in consideraz­ione solo una parte del discorso. I Comuni, grazie a diverse misure inserite nel piano di risanament­o delle finanze cantonali, hanno aumentato le proprie risorse. Tant’è che oggi i Comuni finanziari­amente sono solidi». È vero, ha concesso Gobbi, «che bisogna mettere ordine». Ma si può farlo «rispettand­o un accordo che abbiamo fatto tra Cantone e Comuni attorno alla Piattaform­a di dia-

Il presidente dell’Act Felice Dafond

logo, il non mettere in atto misure unilateral­i. Questa lo è. Evidenteme­nte è legittima, ma va contro lo spirito del dialogo e la costruzion­e di un rafforzame­nto del ruolo dei Comuni nel nostro Cantone». Dello stesso avviso Felice Dafond, presidente dell’Act. «Al centro di tutto c’è il progetto di riforma ‘Ticino 2020’, ed è attorno a questa discussion­e che si possono portare idee, proposte, suggerimen­ti». Niente fughe in avanti quindi, «per consentire un dialogo che vede i Comuni disponibil­i e speriamo, sempre, anche il Cantone». Comuni sempre più protagonis­ti del dibattito, ad ogni modo. Sia numericame­nte, «nel 2018 siamo arrivati ad avere 93 soci sui 115 Comuni, e dal 1° gennaio 2019 ci raggiunger­à anche Paradiso», sia nella forma, che spesso si fa sostanza. 24 sono state le prese di posizione pubblicate nel corso dell’anno, con il piccolo rammarico «che non hanno avuto molto seguito». Ma il dialogo c’è, e «continuerà ad esserci».

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