Le Ong riprendono il mare
Roma – “Bisogna continuare a difendere i diritti umani”, nonostante i porti chiusi e le inchieste giudiziarie. Per questo le Organizzazioni non governative attive sino a qualche tempo fa nel Mediterraneo hanno deciso di riprendere a pattugliare le acque tra Nord Africa e Italia con l’obiettivo di soccorrere i migranti che tentano di raggiungere l’Europa, e denunciare i “crimini” di cui i “governi europei sono complici”. L’annuncio congiunto di Open Arms, Sea Watch e Mediterranea è stato dato a due giorni dal sequestro dell’Aquarius, la nave di Sos Méditerranée e Msf, disposto dalla Procura di Catania. E non sembra un caso la decisione di muoversi di concerto: nel giugno scorso, l’Aquarius era stata la prima vittima della chiusura dei porti italiani, costretta a rimanere per giorni al largo con 600 persone a bordo, prima che Valencia decidesse di farsene carico. Open Arms è partita già da qualche giorno da Barcellona; la ‘Mare Jonio’, la nave di Mediterranea, è salpata ieri dal porto di Licata, in Sicilia; e Sea Watch ha pubblicato una foto sul profilo Twitter mentre punta la prua verso sud. Il punto d’incontro per le tre navi è il Mediterraneo centrale, davanti alla Libia, “la rotta e la frontiera più letali del mondo” hanno scritto le Ong, accusando “l’intensa campagna di criminalizzazione lanciata contro le organizzazioni umanitarie operative nel Mediterraneo, riuscita a eliminare testimoni scomodi su ciò che accade in quelle acque”. Le Ong hanno trovato una sponda nell’Alto commissariato per i diritti umani dell’Onu, che ha accusato l’Italia di criminalizzare il lavoro delle organizzazioni umanitarie. “Il governo italiano ha reso praticamente impossibile per le navi delle Ong continuare a soccorrere i migranti: ciò – ha denunciato l’Unhcr – ha portato a maggiori annegamenti e scomparse. Salvare le vite non è un crimine, proteggere la dignità umana non è un crimine”. Non solo: un gruppo di esperti dell’Unhcr ha chiesto che il governo riconsideri anche le nuove restrittive norme sull’accoglienza per i migranti. All’annuncio delle Ong e alle critiche dell’Onu non ha replicato per il momento Matteo Salvini. “Metteremo un argine agli immigrati”, si è limitato a dire nel corso della visita elettorale in Sardegna.
Errata corrige
A conclusione del pezzo ‘L’Angela della Storia’, pubblicato a pagina 2 dell’edizione di ieri, il diavolo ci ha messo, appunto, la coda. Un lapsus ha fatto attribuire l’immagine dell’“angelo della storia” a Wittgenstein invece che al suo legittimo genitore Walter Benjamin. Scusate.