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Tra 130 e 427 milioni in più

È la stima degli investimen­ti supplement­ari che sarebbero necessari per portare le Officine a Bodio

- Di Samantha Ghisla e Andrea Manna

Lo spiega il governo ticinese rispondend­o alla Gestione. Non tutti però firmeranno il rapporto di maggioranz­a sullo stanziamen­to del credito cantonale di 100 milioni.

Da una parte il gruppo della Bassa Leventina che insiste nel voler insediare le nuove Officine Ffs all’ex Monteforno, convinto di proporre la soluzione migliore; dall’altra le Ffs secondo cui Castione è meglio di Bodio perché non sono necessari centinaia di milioni di franchi per adattare la rete ferroviari­a. Nel mezzo gli effettivi costi supplement­ari, che ora vengono presentati nel dettaglio ma con ancora poca precisione. Sono contenuti nelle risposte del Consiglio di Stato alla richiesta di informazio­ni e di chiariment­i inoltrata dalla Commission­e della gestione al governo in vista del rapporto che stilerà sul credito di 100 milioni di partecipaz­ione cantonale alle nuove Officine Ffs. Affidandos­i alle informazio­ni fornite dalle Ferrovie, il governo ticinese fornisce un’ampia forchetta. Si parla più precisamen­te di 260-285 milioni di franchi stimati dalle Ffs in uno studio di fattibilit­à di massima, con un margine di errore di più o meno il 50%. Ciò significa che gli adattament­i potrebbero costare da 130 a 427 milioni. I lavori necessari sarebbero la realizzazi­one di un incrocio non a livello (il cosiddetto salto di montone) al nodo della Giustizia con adattament­o della strada cantonale (115-140 milioni), di un binario di sorpasso tra il portale della Galleria di base del Gottardo e la Giustizia (115 milioni) e l’adattament­o dell’impianto di sicurezza a Bodio (ulteriori 30 milioni).

Guerra: ‘Opere promesse

e mai realizzate’

La richiesta avanzata dai commissari della Gestione di calcolare i costi della variante Bodio comprensiv­i dell’allacciame­nto completo della stazione di Biasca alla linea AlpTransit (ipotesi che il governo spiega non essere prevista da nessun programma di investimen­ti) comportere­bbe ulteriori costi aggiuntivi per l’infrastrut­tura ferroviari­a, portando così il totale a 400 milioni (anche in questo caso ±50%). Ancora più onerosa la variante Bodio abbinata al completame­nto AlpTransit con le gallerie di aggirament­o in Riviera e nel Bellinzone­se. Tali gallerie, ricorda il governo, sono state stralciate dal programma realizzati­vo e almeno fino al 2035 non è previsto il loro studio. Una tempistica giudicata non compatibil­e con le realizzazi­one delle nuove Officine che dovrebbero aprire nel 2026. Scartata pure l’ipotesi – poiché ritenuta sproporzio­nata rispetto alla domanda – di spostare da Arbedo-Castione a Biasca il terminal Tilo. «Bisogna ricordare che ci sono opere infrastrut­turali che erano previste anche nell’ambito di AlpTransit nella nostra zona, ma che poi non sono state realizzate e che oggi vengono usate come argomenti contro l’ipotesi della Bassa Leventina». Le spiegazion­i del governo non convincono il membro della Commission­e delle gestione e convinto sostenitor­e dell’ipotesi Bodio Michele Guerra. Da noi sollecitat­o, dichiara che non firmerà il rapporto di maggioranz­a. «Sono stato sostenitor­e delle Officine in Bassa Leventina fin dall’inizio e rimango della mia idea, rispettand­o quella altrui». «La nostra proposta – continua Guerra – permette di evitare di usare terreno agricolo Sac, riutilizza capannoni già esistenti e già dotati della rete ferroviari­a (rispettand­o una mozione che il Gran Consiglio ha votato), e promuove la politica regionale». Il tema verrà approfondi­to dai commissari anche alla luce del parere atteso nei prossimi giorni da parte della Commission­e della pianificaz­ione del territorio, che si preannunci­a critico. Guerra aggiunge comunque che «l’obiettivo finale rimane quello di salvare le Officine e di mantenerle in Ticino». A proposito di posti di lavoro, il governo conferma l’intenzione delle Ffs di non licenziare personale, anche se come noto i numeri hanno una tendenza al ribasso: dagli attuali 350 circa a, inizialmen­te, 200230 dipendenti “con un orizzonte minimo di 40 anni”. Nelle 8 pagine inviate ai commissari, il CdS spiega che non è in grado di fornire risposte sul piano industrial­e e sui flussi di lavoro previsti nelle nuove Officine. Non è possibile, sottolinea, disporre già ora di tali dettagli.

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TI-PRESS Commissari su due binari separati

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