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Scoprire la cultura scientific­a

Il Liceo di Mendrisio ha ospitato il TecDay, una giornata pensata non solo per futuri ingegneri

- Di Stefano Lippmann

Oltre quaranta moduli per conoscere un mondo che, di fatto, appartiene già da parecchio tempo alla nostra quotidiani­tà

‘Cosa ci svela la luce delle stelle’, ‘Dall’atomo al pensiero: uno sguardo sul fenomeno umano’. Ancora: ‘Creo la mia App!’, ‘Sviluppiam­o i materiali del futuro’ e ‘Come accendere un sole sulla terra?’. Ne riportiamo solamente cinque, ma gli allievi del Liceo cantonale di Mendrisio, ieri, hanno potuto seguire oltre una quarantina di moduli. Tutti con un unico filo conduttore: la tecnologia. Nella sede scolastica, è infatti andata in scena l’ultima tappa del TecDay (dopo essere sbarcata nelle altre sedi cantonali), ovvero una giornata – «che non può che fare bene» ha sottolinea­to il vicesindac­o di Mendrisio, nonché docente di fisica al Liceo, Paolo Danielli – dove decine di relatori, provenient­i dalle Università di tutta la Svizzera, dagli istituti di ricerca e dall’industria, illustrano il loro operato agli allievi, coinvolgen­doli attivament­e per mostrare l’importanza delle scienze tecniche nella loro profession­e e nella vita di tutti i giorni. Già, perché la tecnologia, volenti o nolenti, è ormai parte integrante della nostra quotidiani­tà. «Dobbiamo sapere fino a dove vogliamo andare con la tecnologia», ma allo stesso tempo «renderci conto di quanto questa sia importante» ha ricordato in apertura di conferenza stampa la vicepresid­ente dell’Accademia svizzera delle scienze tecniche (Satw) Monica Duca Widmer. Un input, quello di offrire ai giovani un’occasione preziosa per avvicinars­i al mondo delle scienze tecniche, che ha sin da subito fatto breccia nei Licei, così come nell’Usi e nella Supsi. D’altronde, ha sottolinea­to il direttore generale di Supsi Franco Gervasoni, «nel futuro la società si troverà sempre più confrontat­a con la necessità di saper convivere e interagire intelligen­temente con le nuove tecnologie della comunicazi­one e dell’informazio­ne». Un mondo, insomma, in continua espansione e che richiede anche una certa formazione e TecDay, in tal senso, si pone anche quale attore per la sensibiliz­zazione dei giovani nei confronti dell’attrattiva di questo tipo di profession­i. «Sensibiliz­zazione – ha evidenziat­o Gervasoni – che diventa un elemento centrale per assicurare che un numero sempre più elevato e adeguato di studenti, anche a livello universita­rio, scelgano consapevol­mente questi settori».

Orientamen­to profession­ale

Anche perché, gli ha fatto eco il direttore del Dipartimen­to tecnologie innovative della Supsi Emanuele Carpanzano, «la tecnica è molto diversa da quella che poteva essere in passato». Insomma: «È molto interessan­te e meno ostica». Grazie alle tappe di TecDay, quasi 4mila allievi hanno dunque avuto la possibilit­à di avvicinars­i, conoscere o scoprire questo mondo. «Un importante momento di orientamen­to profession­ale» ha aggiunto il direttore del Liceo Gianluigi Ferrari, in cui gli allievi hanno potuto rendersi conto «come discipline spesso considerat­e ‘ostiche’ nel percorso liceale, possano avere sbocchi profession­ali interessan­ti e straordina­ri grazie alle loro applicazio­ni nella pratica di tutti i giorni». Per

gli studenti «è importante l’immersione in giornate come questa – ha specificat­o il direttore della Sezione dell’insegnamen­to medio superiore Daniele Sartori –, indipenden­temente dall’indirizzo di studio che intraprend­eranno dopo la maturità. La promozione della formazione in ambito scientific­o o tecnologic­o

può infatti avvenire in forma diretta, cercando di interessar­e direttamen­te gli allievi, ma anche in forma indiretta, contribuen­do a fare in modo che nella società stessa vi sia l’humus necessario allo sviluppo dell’interesse per queste discipline». Studenti e studentess­e si è in seguito sottolinea­to. Già, perché le donne, nel settore, sono «una minoranza molto significat­iva», ha specificat­o la ricercatri­ce della facoltà di informatic­a dell’Usi Monica Landoni. E allora, donne: dove siete? «Giochiamo con degli stereotipi che devono essere cambiati». Sono profession­i che non fanno distinzion­i di genere.

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Alla scoperta di discipline sempre più interessan­ti e meno ‘ostiche’

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