‘Balon’, racconto senza sconti di due ‘minori non accompagnati’
Ultima giornata di concorso, per Castellinaria, con due prime svizzere: ‘Balon’ di Pasquale Scimeca, per la categoria 6-16 (in proiezione pubblica oggi alle 18.15 all’Espocentro, dopo uno dei cortometraggi del Progetto Selfie) e, per il concorso 1620, ‘La profezia dell’Armadillo’ di Emanuele Scaringi, versione cinematografica del celebre fumetto di Zerocalcare che domani alle 20.30 sempre all’Espocentro chiuderà la 31esima edizione del festival. Stasera alle 20.45 all’Espocentro saranno invece proiettati i cortometraggi del concorso Castellincorto. Tornando al film di Scimeca, il regista (e insegnante) italiano racconta con stile asciutto ed essenziale la storia di Amin e Isoké, due fratelli che vivono, in dignitosa povertà, in un villaggio dell’Africa subsahariana. Gli adulti coltivano i campi, i ragazzi imparano a leggere e a far di conto nella piccola scuola. Finché – in una delle tante sequenze dove si apprezza la fredda potenza della regia di Scimeca – arrivano i mercenari e, al grido “No scuola, no istruzione” irrompono nella scuola e nel villaggio, sparano, uccidono, incendiano. “Non c’è più niente” dice il nonno ai due fratelli, scampati miracolosamente al massacro. “Dovete attraversare il deserto e il mare: andate in Svezia a cercare mio figlio”. Inizia così il lungo viaggio, a piedi, dei due ragazzi che, con i pochi soldi rimasti, si dirigono verso un indefinito Nord. Solo grazie al fortuito aiuto di due archeologi italiani Amin e Isoké riescono a sopravvivere al deserto e ad arrivare in Libia, dove insieme ad altre persone in cerca di un futuro finiscono nelle mani degli scafisti, subendo angherie e torture. “Perché non tornate a casa?” chiede l’archeologa a Isoké quando ancora si trovano nel deserto. “Non abbiamo più una casa” la risposta della ragazza. Il film “è il mio racconto dell’Africa contemporanea” ha spiegato Scimeca che per realizzare ‘Balon’ è stato per sei mesi in Sierra Leone insieme ai bambini del luogo. E vi tornerà per costruire, grazie al ricavato del film, scuole, campi di calcio e i nuovi pozzi del villaggio. Affinché il lieto fine, che il film lascia in sospeso, possa magari arrivare nella realtà.