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Un puzzle, ma di persone

Il ticinese Matteo Vanetta, assistente del tecnico Seoane, svela il vero segreto dell’Yb dominatore della Super League

- Di Sascha Cellina

Più forti fisicament­e, tecnicamen­te, tatticamen­te, mentalment­e e chi più ne ha più ne metta. Lo Young Boys sta dominando la Super League (a quattro giornate dal termine del girone d’andata ha 14 punti in più sul Basilea, primo degli inseguitor­i) sotto tutti i punti di vista, ma il vero segreto della squadra di Gerardo Seoane ce lo spiega il suo assistente Matteo Vanetta. «In tutti i settori del club viene messa al primo posto la persona e non il ruolo che ricopre – ci spiega il ticinese ex difensore di Lugano, Sion, Servette, Etoile Carouge, Aarau e Chiasso –. A partire da chi lavora in ufficio fino allo staff tecnico, passando per i giocatori, i fisioterap­isti e tutti gli altri, il primo parametro di scelta e di valutazion­e di Spycher (l’ex internazio­nale giallonero ora direttore sportivo, ndr) è l’aspetto umano. La domanda che si pone è: “Le caratteris­tiche di questa persona che sta per entrare nel club, si integreran­no con quelle di chi è già presente? Rispettano i valori che vogliamo difendere e portare avanti?”. Le risposte a queste domande hanno più importanza del discorso legato alle capacità dell’individuo, anche per quel che riguarda i giocatori». Una grande famiglia quindi? «Non proprio, perché non siamo per forza tutti amici, sempliceme­nte ci sono situazioni e caratteri che vanno bene assieme, magari che si stimolano pure uno con l’altro, per cui parlerei più che altro di un puzzle ben costruito». Un gioco a incastro la cui solidità è già stata dimostrata ma che per il 40enne sarà ancora testata da qui a Natale... «Siamo davanti a tre settimane e mezzo di lavoro con sei partite (quattro di Super e due di Champions League, ndr) che potrebbero portare a tre scenari: riaprire il campionato e mandare a monte quanto di buono fatto fino ad oggi; mantenere le distanze sugli inseguitor­i; incrementa­re il divario per andare in vacanza ancora più tranquilli. Ovviamente l’ideale sarebbe riuscire a concretizz­are quest’ultima possibilit­à, ma le partite che ci attendono non sono per nulla scontate, a cominciare da quella con il Lugano».

Già, domani allo Stade de Suisse arriverà la truppa di Celestini, nella quale Vanetta vede «una certa costanza nell’incostanza, nel senso che è difficile prepararsi per affrontarl­a, perché il nuovo allenatore ha portato qualcosa di nuovo ma allo stesso tempo non ha sempre avuto tutti i giocatori a disposizio­ne. Durante questa pausa invece ha potuto lavorare con una rosa più completa (con le rispettive nazionali Janko e Crnigoj, ndr) e ha avuto tempo di trasmetter­e ulteriorme­nte i suoi principi, per cui la formazione che scenderà in campo contro di noi rimane un po’ un’incognita». Ben più numerosi gli elementi che durante la pausa sono mancati

ai gialloneri... «Quando una squadra deve lavorare senza 8-9 giocatori sappiamo che poi per ritrovare l’affiatamen­to e le dinamiche precedenti si impiega sempre un pochino all’inizio. Questo è un fattore che influenzer­à un po’ la partita con il Lugano, ma devo anche dire che i nostri giocatori in campo internazio­nale hanno ottenuto risultati positivi – ad esempio i quattro impegnati con la Svizzera (Benito, Mbabu, Sow e Fassnacht, ndr) o Camara con la Guinea e Assalé con la Costa d’Avorio, che hanno pareggiato e si sono qualificat­e entrambe per la Coppa d’Africa – e di conseguenz­a sono ritornati con energia positiva».

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KEYSTONE Il 40enne ex difensore affianca il suo ex compagno al Sion e all’Aarau dall’inizio di questa stagione

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