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Generazion­e Y e autodeterm­inazione

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La generazion­e Y, chiamata anche millennial­s, è la generazion­e figlia di un periodo nel quale i muri venivano abbattuti e gli accordi siglati in nome di un neoliberis­mo che si faceva portavoce di un generale ottimismo. Ma se nel 2000 la libera circolazio­ne veniva approvata dal popolo svizzero con il 62,7% dei voti nell’ambito degli accordi bilaterali I con l’Unione Europea, oggi ne viene chiesta l’abrogazion­e. La cosiddetta “iniziativa per l’autodeterm­inazione” si inserisce in questo contesto e ci porta a riflettere su come la Svizzera debba posizionar­si nell’ambito del diritto internazio­nale per affrontare le sfide di questo millennio che non è più quello degli accordi bilaterali I e II. La questione è interessan­te, ma come molti esperti e personalit­à hanno già scritto, la risposta offerta appare lacunosa e pericolosa. Ripensando agli accordi che sono stati siglati finora constato infatti che, nonostante i cambiament­i degli ultimi trent’anni, io, figlia della generazion­e Y, di questi accordi ne ho potuto largamente beneficiar­e. Quella rete sempre più fitta di relazioni internazio­nali e le costanti innovazion­i tecnologic­he hanno permesso che il mondo fuori diventasse il mio mondo. Viaggi, beni e servizi, soggiorni all’estero, certificaz­ioni riconosciu­te, nuove conoscenze personali e profession­ali. Ora, sempliceme­nte per una questione di età, la generazion­e di cui faccio parte si appresta a diventare quella dei nuovi leader ed è importante che si riconosca di cosa ho potuto approfitta­re e cosa invece vorrei cambiare. In questo mio mondo, che deve oggi affrontare sfide globali sempre più urgenti, il mio Paese non ha bisogno di un’iniziativa anacronist­ica, ma deve guardare avanti per trovare nuove soluzioni da cui anche le future generazion­i potranno trarre profitto.

Gloria Ghielmini, Sorengo

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