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Il Davos non ama l’Ambrì

I grigionesi s’arrendono per la terza volta in stagione ai ragazzi di Luca Cereda, trascinati da Müller e Kubalik

- Dall’inviato Christian Solari

Davos – E fanno nove. Nove punti in tre partite con il Davos, per l’Ambrì di Luca Cereda. Salito in quota con il chiaro obiettivo di tornare subito a vincere, dopo la sconfitta casalinga di sabato con lo Zurigo, sulla pista di quella che è (sempre più) la penultima della classe. Condizione che, naturalmen­te, ai più sembra non piacere. Tanto che stavolta, ed abbastanza curioso dal doverlo sottolinea­re, all’annuncio delle formazioni da parte dello speaker nel prepartita, non solo non c’è alcun applauso quando si sente il nome di Arno Del Curto, ma dalla tribuna parte addirittur­a uno ‘pfui!’.

Ben sei gol in quota, più due pali. Zwerger: ‘A volte è così che va a finire, cioè che tocchi il ferro e poi il disco esce’.

Poi, sul ghiaccio si comincia a fare sul serio. Almeno su un versante, siccome – per dirla tutta – nel primi venti minuti di gioco in pista si vede sostanzial­mente solo la squadra di casa, che oltre ad avere costanteme­nte il possesso del disco, si crea le occasioni migliori. E invece, la prima della due squadre a segnare è quella biancoblù, con Dominik Kubalik dimenticat­o da tutti davanti a Lindbäck al 15’, e sul cui tiro il portiere svedese nulla può. È l’inizio di una serata di grazia, per un Ambrì che – letteralme­nte trascinato dalla sua prima linea – a poco a poco prende le misure all’avversario. In una partita in cui i dischi entrano e il powerplay mostra davvero buone cose, siccome in 6’08’’ di tempo effettivo con l’uomo in più i ragazzi di Cereda segnano un gol e colpiscono due volte i ferri della porta grigionese. «Cosa volete? A volte il disco centra il palo e poi finisce fuori» dice, sereno, Dominic Zwerger. Che sarà an-

che l’ultimo a segnare (suo, infatti, il definitivo 3-6 a porta vuota), in una serata in cui Elias Bianchi e compagni vivono sostanzial­mente un unico momento difficile. Quando, cioè, improvvisa­mente (e anche un po’ sorprenden­temente) gli uomini di Del Curto rifanno improvvisa­mente superficie, portandosi dallo 0-2 fin sul 2-2 grazie a due gol in nemmeno tre minuti, tra il 31’17’’ e il 34’08’’. Quello è il momento scelto da Marco Müller per salire in cattedra: il determinat­issimo numero tredici dell’Ambrì prima riesce a riportare in vantaggio i

suoi nel finale di secondo tempo partendo letteralme­nte in posizione sdraiata da dietro la porta (facendosi pure beffe di due avversari non particolar­mente attenti), poi fa secco Lindbäck con un tiro bellissimo all’inizio della terza frazione. È quel gol, in fin dei conti, a decidere la serata. Pur se Cereda dovrà comunque ancora intervenir­e, chiedendo il timeout due minutini dopo il 3-4 di Marc Wieser. «Ci ha sempliceme­nte detto di restare concentrat­i, di restare tranquilli – confessa Zwerger –. E direi che, vedendo com’è finita, quei consigli li abbiamo messi in pratica».

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KEYSTONE Pestoni e compagni ancora ‘sottomessi’ dai biancoblù

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