Il Davos non ama l’Ambrì
I grigionesi s’arrendono per la terza volta in stagione ai ragazzi di Luca Cereda, trascinati da Müller e Kubalik
Davos – E fanno nove. Nove punti in tre partite con il Davos, per l’Ambrì di Luca Cereda. Salito in quota con il chiaro obiettivo di tornare subito a vincere, dopo la sconfitta casalinga di sabato con lo Zurigo, sulla pista di quella che è (sempre più) la penultima della classe. Condizione che, naturalmente, ai più sembra non piacere. Tanto che stavolta, ed abbastanza curioso dal doverlo sottolineare, all’annuncio delle formazioni da parte dello speaker nel prepartita, non solo non c’è alcun applauso quando si sente il nome di Arno Del Curto, ma dalla tribuna parte addirittura uno ‘pfui!’.
Ben sei gol in quota, più due pali. Zwerger: ‘A volte è così che va a finire, cioè che tocchi il ferro e poi il disco esce’.
Poi, sul ghiaccio si comincia a fare sul serio. Almeno su un versante, siccome – per dirla tutta – nel primi venti minuti di gioco in pista si vede sostanzialmente solo la squadra di casa, che oltre ad avere costantemente il possesso del disco, si crea le occasioni migliori. E invece, la prima della due squadre a segnare è quella biancoblù, con Dominik Kubalik dimenticato da tutti davanti a Lindbäck al 15’, e sul cui tiro il portiere svedese nulla può. È l’inizio di una serata di grazia, per un Ambrì che – letteralmente trascinato dalla sua prima linea – a poco a poco prende le misure all’avversario. In una partita in cui i dischi entrano e il powerplay mostra davvero buone cose, siccome in 6’08’’ di tempo effettivo con l’uomo in più i ragazzi di Cereda segnano un gol e colpiscono due volte i ferri della porta grigionese. «Cosa volete? A volte il disco centra il palo e poi finisce fuori» dice, sereno, Dominic Zwerger. Che sarà an-
che l’ultimo a segnare (suo, infatti, il definitivo 3-6 a porta vuota), in una serata in cui Elias Bianchi e compagni vivono sostanzialmente un unico momento difficile. Quando, cioè, improvvisamente (e anche un po’ sorprendentemente) gli uomini di Del Curto rifanno improvvisamente superficie, portandosi dallo 0-2 fin sul 2-2 grazie a due gol in nemmeno tre minuti, tra il 31’17’’ e il 34’08’’. Quello è il momento scelto da Marco Müller per salire in cattedra: il determinatissimo numero tredici dell’Ambrì prima riesce a riportare in vantaggio i
suoi nel finale di secondo tempo partendo letteralmente in posizione sdraiata da dietro la porta (facendosi pure beffe di due avversari non particolarmente attenti), poi fa secco Lindbäck con un tiro bellissimo all’inizio della terza frazione. È quel gol, in fin dei conti, a decidere la serata. Pur se Cereda dovrà comunque ancora intervenire, chiedendo il timeout due minutini dopo il 3-4 di Marc Wieser. «Ci ha semplicemente detto di restare concentrati, di restare tranquilli – confessa Zwerger –. E direi che, vedendo com’è finita, quei consigli li abbiamo messi in pratica».