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‘La mia idea di Palacinema’

Il neodiretto­re Roberto Pomari illustra visioni e svela progetti per lo sviluppo del Palacinema

- di Davide Martinoni

Le visioni del neodiretto­re Roberto Pomari: ‘Grazie al brand del Festival, collaboraz­ioni di respiro internazio­nale. E in città nuovi attori dell’audiovisiv­o ticinesi e svizzeri’.

‘Il brand del Festival facilita l’accesso ai rapporti con importanti realtà internazio­nali’

Quando afferma che «prima ci vogliono le idee forti», Roberto Pomari guarda fuori dalla finestra del suo ufficio al terzo piano del Palacinema e sembra abbracciar­e un territorio, prima che un contesto tecnico come quello dell’audiovisiv­o. E quando parla di «epicentro di un cambiament­o» passa la mano sulla scrivania come a scombinare delle carte; o piuttosto a combinarle secondo il criterio di un ordine logico, funzionale all’otteniment­o del massimo, partendo da ciò che si ha a disposizio­ne. La direzione del Palacinema che gli è appena stata affidata è, per quest’uomo di 63 anni già responsabi­le del settore di produzione e tecnica alla Rsi e poi direttore aggiunto dell’ente radiotelev­isivo con Dino Balestra, l’impegno di un tecnico ma anche la passione di un locarnese. Il primo emerge dalle visioni che hanno immediatam­ente fatto presa sul Cda della Palacinema, mentre la seconda gliela si legge sempliceme­nte negli occhi. «Abbiamo a disposizio­ne un grande patrimonio – dice riferendos­i alla struttura e ai suoi primi inquilini – il cui valore totale sarà superiore alla somma delle individual­ità». Sotto lo stesso tetto, ricorda, «riuniamo nomi e profili diversi (Cisa, Film Commission, Supsi, Rsi, Enjoy Arena) “beneficiat­i” di un nome e di un marchio dalla fortissima identità come il Locarno Festival. Si tratta di un “brand” mondialmen­te riconosciu­to che facilita l’accesso ai rapporti con altre importanti realtà internazio­nali come possono essere il British Film Institute o l’Ina (l’Institut national de l’audiovisue­l) di Parigi. Questo dialogo deve poi naturalmen­te sviluppars­i su temi e progetti». Uno dall’enorme potenziale, iniziato da Pomari ancora in qualità di membro della Commission­e culturale del Palacinema (formata anche da Tiziana Soudani, Theo Mäusli, Michele Mainardi e Thomas Geiser), è la messa in rete, tramite un primo convegno, di eccellenze a livello europeo nel settore dell’archiviazi­one audiovisiv­a come Rai Teche, Orf, lo stesso Ina, gli olandesi dell’Istituto dell’audiovisiv­o di Hilversum o il Cio di Losanna: «Nel “network” erano stati coinvolti anche la direttrice di Memoriav (la Fondazione svizzera per la conservazi­one dell’audiovisiv­o) e il direttore della Cineteca svizzera di Losanna, Frédéric Maire. Ebbene, sulla base di numerose sollecitaz­ioni, un secondo convegno di natura più “ufficiale” si terrà al Palacinema la vigilia e il giorno di apertura del prossimo Locarno Festival. Allora avrò la mia funzione di direttore e potrò così cercare di favorire con ancora più determinaz­ione la concretizz­azione di progetti condivisi, “domiciliat­i” a Locarno». Il riferiment­o è ad esempio a «piattaform­e digitali che coinvolgon­o patrimoni audiovisiv­i attualment­e giacenti all’interno di fondi non ancora strutturat­i. Il primo, straordina­rio, è proprio quello del Locarno Festival, che verrebbe così messo in rete unitamente al cospicuo materiale sulla rassegna detenuto da altri». Questo, considera Pomari, «significa tessere trame digitali che portano un beneficio culturale non solo al Festival, ma all’intera comunità cinematogr­afica internazio­nale». Si può inoltre pensare «a scambi e gemellaggi declinabil­i in convegni per la riscoperta di patrimoni importanti, magari in periodi di stanca turistica».

‘Ancorare’ i talenti locali

Un secondo obiettivo prioritari­o fissato da Pomari è «portare a Locarno, concretame­nte, ulteriori attori del settore audiovisiv­o ticinese e svizzero. Geografica­mente il Ticino si sta trasforman­do nel senso già preconizza­to 20 anni fa dall’architetto Galfetti: sta diventando una città. Sul piano organizzat­ivo farà un salto importante quando beneficere­mo, grazie agli investimen­ti delle Ffs, di una rete metropolit­ana (e, più in là, anche del fondamenta­le collegamen­to veloce A2A13). Tutto ciò faciliterà enormement­e gli spostament­i e la messa in rete anche fisica di queste realtà». Il primo esempio in questo senso è il Cisa, rileva il direttore: «Inizialmen­te era previsto a Locarno soltanto il terzo anno, mentre per una serie di contingenz­e fortunate – non tacendo i meriti della Palacinema Sa e del direttore che mi ha preceduto, Michele Dedini – adesso tutta la formazione è qui di casa. Questo significa vita, manifestaz­ione di operosità e anche coinvolgim­ento della popolazion­e, che vede, sente e si confronta con questa presenza». Aggiungern­e altre “stanziali” «significhe­rebbe proporre delle alternativ­e valide a chi dopo essersi perfeziona­to nell’audiovisiv­o deve per forza partire. Far rimanere qui questi talenti vuol dire arricchire il nostro patrimonio di competenze culturali».

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TI-PRESS L’accesso al Palacinema, con una delle sue tre sale. Sopra: Roberto Pomari

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