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Ambrì granitico, Losanna al tappeto ‘Questi siamo noi’

Dopo il Davos, i biancoblù mettono sotto pure il Losanna, e lo fanno con autorità. Guerra: ‘La classifica? Non saprei...’.

- Di Christian Solari

Ambrì – Sarà anche vero che la perfezione non esiste. Tuttavia, l’Ambrì stavolta ci va davvero vicino. In un sabato sera che segna l’epilogo di un weekend senza macchia, con sei punti in ventiquatt­r’ore sull’asse Losanna-Davos. «In una parola? Solidità – dice Samuel Guerra –. Dopo una partita un po’ caotica come quella di venerdì, alla Valascia abbiamo giocato in maniera disciplina­ta, semplice e diretta, senza tanti passaggi a destra e sinistra. Ci saranno stati solo sei, sette minuti in cui il Losanna è riuscito davvero a pressarci nella nostra zona, ma neppure in quella circostanz­a siamo andati in panico. E poi abbiamo ripreso noi a impostare il ritmo». E in pista non si è vista soltanto l’energia ma pure parecchia autorità, infatti avete costretto i vostri avversari a seguirvi a ruota. Per non parlare, poi, dello spirito di sacrificio. «Questi siamo noi. E da lì non si scappa – aggiunge il venticinqu­enne difensore ticinese –. Bisogna saper soffrire, bisogna giocare semplice per sfruttare la velocità, ma anche bloccare i tiri. E pian pianino ho l’impression­e che iniziamo a capire che se facciamo queste cose possiamo far bene davvero. Ed è su questa strada che dobbiamo proseguire». Le energie? «Sono state entrambe partite intense, questo è sicuro, ma siccome a Davos è stato un ‘su e giù’ per tutto il tempo, ciò che succede quando non riesci a buttare i dischi nella zona avversaria, credo che stavolta abbiamo speso meno sul piano fisico». E la classifica? «L’altra sera a Davos, durante un’intervista qualcuno mi aveva detto che eravamo a dieci punti dai primi. Sinceramen­te? Non dico che non l’abbia mai guardata la classifica, ma ora come ora non ne ho idea...». La novità sta nel fatto che quei dieci punti di distacco adesso sono diventati otto: ma è mai

possibile che nello spogliatoi­o non ne parliate? «In verità è come se fossimo sotto una campana di vetro. Ci concentria­mo esclusivam­ente su ciò che dobbiamo fare. Oppure sui nostri errori, ma non su quelli degli avversari o magari degli arbitri. Quando ragioni in quel modo, non sprechi energie per pensare alla classifica o per guardarti attorno. Questa, per me, è l’attitudine giusta». E Luca Cereda non può che annuire. «Ciò che mi conforta è che al successo di Davos è seguita una vittoria contro un ‘topteam’ – racconta il coach biancoblù

–. Ma c’è pure il modo in cui abbiamo vinto, grazie a una prestazion­e solida: se si analizzano i tiri in porta, si capisce che il Losanna ha avuto davvero poche possibilit­à per concludere dallo slot, e la differenza sta lì. I nostri tifosi si aspettano che sul ghiaccio ci vadano dei gladiatori, e stasera i ragazzi lo sono stati. Questa è una vittoria da vero Ambrì». Poi, in chiusura, c’è chi decide di provarci di nuovo, stavolta con l’allenatore: «Chiudiamo con una battuta: in classifica siete a otto punti dalla vetta». E Cereda: «Sì, penso sia una battuta».

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TI-PRESS/D.AGOSTA Stavolta lo slot biancoblù è praticamen­te blindato: ‘Sta lì la differenza’

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