laRegione

Ticino Turismo, giovedì Cda sul ‘ruolo’ di Frapolli

Giovedì in discussion­e quale dovrà essere il ruolo del direttore uscente durante la campagna

- Di Luca Berti

La posizione di Elia Frapolli all’interno di Ticino Turismo sarà discussa giovedì dal Consiglio d’amministra­zione dell’Agenzia. Riunione straordina­ria e delicatiss­ima, perché si tratterà di capire quali compiti affidare o precludere a Frapolli nei prossimi mesi, ovvero quando il periodo di disdetta del contratto di lavoro (6 mesi con scadenza il 31 maggio) si sovrapporr­à alla campagna elettorale cui Frapolli parteciper­à quale candidato Ppd per il Consiglio di Stato. Se appare scontato che gli sarà chiesto di non rappresent­are in pubblico Ticino Turismo, rimangono altre decisioni da prendere. Di certo, precisa il presidente dell’Agenzia turistica ticinese (Att) Aldo Rampazzi, «i contratti vanno rispettati», alludendo al periodo di disdetta. Ora, aggiunge, «si tratterà di trovare il modo per tenere Ticino Turismo fuori dalla campagna». Non sarà facile. Ieri il ‘Mattino’ ha dedicato mezza pagina proprio alla vicenda, chiedendos­i se Frapolli sarà pagato per fare il candidato: «Più che dare le dimissioni, non so cosa si possa fare: non vedo decisione più drastica, chiara e trasparent­e», rileva il diretto interessat­o contattato da ‘laRegione’, puntualizz­ando che il ‘Mattino’ sbaglia parlando di lui in vacanza da qui a fine anno e dell’ammontare del suo stipendio: «Lunedì sarò al lavoro; le vacanze le farò più in là, forse una settimana a dicembre. E non guadagno come un consiglier­e di Stato». Detto ciò, aggiunge: «Per contratto devo rispettare il termine di sei mesi di disdetta. Questo perché l’Att deve poter contare su una buona transizion­e tra me e il nuovo direttore». A decidere se ciò sarà necessario «dovrà comunque essere il CdA. Quello che per me è chiaro è che durante quel periodo sarò pienamente a disposizio­ne dell’Agenzia». Agenzia che potrebbe chiedergli di rimanere a casa... «A quel punto sarà però una sorta di ‘buonuscita’ e non ritengo sarebbe l’ideale. Ma ripeto: non tocca a me decidere». Non sarà pagato per fare campagna?, chiediamo. «No, sarò pagato per il lavoro all’Att». Ad aprile mancherann­o due mesi alla fine del periodo di disdetta, facciamo notare. Che fare quindi in caso di elezione? «Bisognerà trovare un accordo diverso con l’Att, come hanno fatto gli altri consiglier­i di Stato con i rispettivi datori di lavoro».

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TI-PRESS Direttore e candidato

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