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‘Un processo di apprendime­nto da parte dei cittadini’

- Daniel Kübler

Il politologo Daniel Kübler è professore straordina­rio presso l’Istituto di scienze politiche dell’Università di Zurigo e il Centro di studi sulla democrazia di Aarau.

Quasi il 70% di ‘no’ all’iniziativa per l’autodeterm­inazione: se l’aspettava?

No. I sondaggi davano i contrari in vantaggio, per cui mi aspettavo che l’iniziativa sarebbe stata respinta: ma non credevo in un risultato così chiaro. Per me è stata una sorpresa vedere come l’Udc non sia riuscita a convincere i votanti al di là della sua forza elettorale [30% circa, ndr].

Eppure la campagna dell’Udc era mirata a un elettorato ‘moderato.’

Sì, è stata una campagna diversa da quelle alle quali eravamo abituati. L’Udc ha cercato di far passare il messaggio che quest’iniziativa non era estrema come altre lanciate in passato. Ma questa strategia non ha funzionato.

Quali le altre ragioni della batosta dell’Udc?

L’iniziativa era complessa e astratta. Dietro c’era probabilme­nte anche l’intenzione di ‘forzare’ una denuncia dell’accordo sulla libera circolazio­ne con l’Ue, senza dirlo chiarament­e. I contrari stavolta sono stati abili nello smascherar­e l’Udc, accusandol­a di presentare come non estrema un’iniziativa che in realtà lo era. Negli anni penso che vi sia stato un processo di apprendime­nto da parte dei cittadini. E oggi questa strategia democentri­sta, questa mancanza di chiarezza, non funziona più. Non credo che la loro prossima iniziativa, quella per abolire la libera circolazio­ne, farà molto più del 30%.

Il partito di Albert Rösti ha incassato l’ennesima sconfitta in una votazione popolare in questa legislatur­a. Una tendenza?

Queste sconfitte non riguardano i suoi temi prioritari: Europa e migrazione. E l’Udc conserva un buon potenziale elettorale, a differenza per esempio del Ppd, che pur vincendo molte votazioni è in declino a livello elettorale.

La società civile si è mobilitata, come nel 2016 contro l’iniziativa ‘per l’attuazione.’

‘Operazione Libero’ e altri ‘movimenti’ sono stati cruciali, creando dibattito e facendo una campagna perfino aggressiva, richiamand­o tra l’altro il Plr ai suoi impegni. Sono una forza con la quale tutti dovranno fare i conti. SG

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