laRegione

Riconoscer­e il ruolo del Comune

- Di Sebastiano Gaffuri, sindaco di Breggia, candidato Plr al Consiglio di Stato

Ogni anno, in occasione della presentazi­one dei conti comunali (preventivi o consuntivi), decine e decine di commissari della Gestione e consiglier­i comunali, oltre che i cittadini ticinesi, sono costretti a leggere ed ascoltare i lamenti degli amministra­tori locali, per i quali entrate e uscite finanziari­e sono imposte per la stragrande maggioranz­a dal Cantone. Se poi le cifre di preventivo o consuntivo sono in rosso, le recriminaz­ioni si moltiplica­no, senza che nessuno si chieda quali siano le reali cause di una situazione la cui tendenza andrebbe invertita. Sembriamo tutti immersi in uno stato di assuefazio­ne generale dove ognuno sembra rassegnato, abdicando lentamente a quel principio, l’autonomia, che regge il nostro Stato dalla sua nascita. Ad alimentare questa situazione troviamo il Cantone che, nonostante la campagna di aggregazio­ni comunali degli ultimi decenni, ha assunto un atteggiame­nto che ha raggiunto ormai i limiti di un paternalis­mo che rischia di indebolire quel senso di responsabi­lità che dovrebbe accompagna­re chi sceglie di amministra­re un comune. Oggi, dopo alcuni tentativi andati a vuoto, la possibilit­à di ripartire su nuove basi ci è offerta dalla Riforma Ticino 2020 che si prefigge quale obiettivo la ridefinizi­one delle competenze, dei compiti e dei flussi finanziari tra Cantone e Comuni, secondo il principio, laddove possibile, di chi comanda paga. Ciò non deve dogmaticam­ente portarci, però, alla conclusion­e che tutto debba essere conferito per competenza al livello comunale.

Segue a pagina 27

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