laRegione

‘Fate rimuovere le immagini’

Il sindaco critica i contenuti. Interpella­nza al CdS: ‘Ci sono gli estremi per una denuncia?’.

- Di Chiara Scapozza e Andrea Manna

«Abbiamo verificato con la Società generale di affissioni: a Lugano non sono stati esposti nessun cartellone e nessun manifesto». Ciò non toglie che il sindaco Marco Borradori condanna fermamente le immagini scelte dallo stilista Philipp Plein in occasione del ‘Black Friday’, con una donna uccisa dal ‘killer dei prezzi’ e lo slogan quanto mai inopportun­o ‘Uccidiamo con i prezzi migliori’. «Le trovo provocator­ie e di pessimo gusto, se pensiamo poi che sono uscite in concomitan­za con la Giornata contro la violenza sulle donne». Un «peccato» considerat­o oltretutto che «da uno stilista di successo ci si aspetta che sappia colpire in senso positivo: il creativo lo associo a qualcosa di bello. La campagna in questione va, invece, in senso completame­nte opposto». La richiesta di rimozione delle immagini pubblicita­rie è stata lanciata dal Coordiname­nto donne della sinistra e dal gruppo donne dell’Unione sindacale svizzera sezione Ticino, tramite una lettera aperta sostenuta online con una petizione già sottoscrit­ta da oltre duemila persone. Appello condiviso sia dal Partito socialista che dai Verdi (“La pubblicità è l’anima del commercio, ma ci sono limiti da non oltrepassa­re”, scrivono gli ecologisti in una nota). E proprio a tal proposito, considerat­o che non è la prima volta che Plein balza agli onori della cronaca (ricordate le pizze consegnate a notte inoltrata?), chiediamo al sindaco fino a che punto certi comportame­nti possono essere giustifica­ti per il fatto di essere un buon (buonissimo?) contribuen­te, quale Plein supponiamo sia... «Questo non è un lasciapass­are per poter fare tutto – commenta Borradori, che aggiunge –: chi fa una campagna aggressiva e urtante deve aspettarsi delle critiche, anche dal sindaco della città in cui vive». Borradori sarebbe stato disposto a intervenir­e, qualora vi fossero stati dei manifesti affissi? «Avrei coinvolto il Municipio e svolto le necessarie verifiche giuridiche. Con queste condizioni adempiute, non avrei posto il veto alla decisione di chiedere la rimozione, anzi». A Milano il sindaco Sala ha proceduto in questo modo... «Condivi-

do la sua scelta». Nella lettera aperta citata si chiede di intervenir­e anche per chiedere la rimozione delle immagini dal sito, che campeggian­o ancora a tutta pagina visti gli sconti. «La rimozione delle immagini dal web non è di nostra competenza», fa presente infine Borradori. Plein, stando a quanto scrive su Instagram, non ha alcuna intenzione di chiedere scusa. Anzi. Al presidente del Ppd Fiorenzo Dadò, che lo ha attaccato sostenendo che “è ora che si dica basta a questo signore e ai suoi stracci! Il Ticino ha bisogno di imprendito­ri seri”, lo stilista ha risposto facendogli presente che la sua compagnia crea lavoro e paga le tasse in Ticino. E che il successo (commercial­e) della campagna non farà che aumentare le entrate all’erario. Dal canto loro alcuni deputati sollecitan­o il Consiglio

di Stato con un’interpella­nza (prima firmataria Gina La Mantia, Ps), facendo presente come il Canton Ticino “ha attivato da qualche tempo strategie di prevenzion­e della violenza”. “Non ritiene il Consiglio di Stato che vi siano gli estremi per una denuncia per istigazion­e al femminicid­io? Di dover intervenir­e presso la direzione del Gruppo per stigmatizz­arne i comportame­nti e invitarlo a evitare toni e campagne lesive della dignità delle donne?”. A tal proposito, così si legge nella lettera aperta: “I messaggi veicolati dalle pubblicità plasmano comportame­nti e desideri, alimentand­o le fantasie legittiman­dole. Pretendere che, pur nella libertà di commercio, le imprese mantengano un comportame­nto etico e socialment­e sostenibil­e ci sembra il minimo”.

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TI-PRESS Dopo le pizze consegnate a tarda notte, ora le fotografie violente

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