‘Fate rimuovere le immagini’
Il sindaco critica i contenuti. Interpellanza al CdS: ‘Ci sono gli estremi per una denuncia?’.
«Abbiamo verificato con la Società generale di affissioni: a Lugano non sono stati esposti nessun cartellone e nessun manifesto». Ciò non toglie che il sindaco Marco Borradori condanna fermamente le immagini scelte dallo stilista Philipp Plein in occasione del ‘Black Friday’, con una donna uccisa dal ‘killer dei prezzi’ e lo slogan quanto mai inopportuno ‘Uccidiamo con i prezzi migliori’. «Le trovo provocatorie e di pessimo gusto, se pensiamo poi che sono uscite in concomitanza con la Giornata contro la violenza sulle donne». Un «peccato» considerato oltretutto che «da uno stilista di successo ci si aspetta che sappia colpire in senso positivo: il creativo lo associo a qualcosa di bello. La campagna in questione va, invece, in senso completamente opposto». La richiesta di rimozione delle immagini pubblicitarie è stata lanciata dal Coordinamento donne della sinistra e dal gruppo donne dell’Unione sindacale svizzera sezione Ticino, tramite una lettera aperta sostenuta online con una petizione già sottoscritta da oltre duemila persone. Appello condiviso sia dal Partito socialista che dai Verdi (“La pubblicità è l’anima del commercio, ma ci sono limiti da non oltrepassare”, scrivono gli ecologisti in una nota). E proprio a tal proposito, considerato che non è la prima volta che Plein balza agli onori della cronaca (ricordate le pizze consegnate a notte inoltrata?), chiediamo al sindaco fino a che punto certi comportamenti possono essere giustificati per il fatto di essere un buon (buonissimo?) contribuente, quale Plein supponiamo sia... «Questo non è un lasciapassare per poter fare tutto – commenta Borradori, che aggiunge –: chi fa una campagna aggressiva e urtante deve aspettarsi delle critiche, anche dal sindaco della città in cui vive». Borradori sarebbe stato disposto a intervenire, qualora vi fossero stati dei manifesti affissi? «Avrei coinvolto il Municipio e svolto le necessarie verifiche giuridiche. Con queste condizioni adempiute, non avrei posto il veto alla decisione di chiedere la rimozione, anzi». A Milano il sindaco Sala ha proceduto in questo modo... «Condivi-
do la sua scelta». Nella lettera aperta citata si chiede di intervenire anche per chiedere la rimozione delle immagini dal sito, che campeggiano ancora a tutta pagina visti gli sconti. «La rimozione delle immagini dal web non è di nostra competenza», fa presente infine Borradori. Plein, stando a quanto scrive su Instagram, non ha alcuna intenzione di chiedere scusa. Anzi. Al presidente del Ppd Fiorenzo Dadò, che lo ha attaccato sostenendo che “è ora che si dica basta a questo signore e ai suoi stracci! Il Ticino ha bisogno di imprenditori seri”, lo stilista ha risposto facendogli presente che la sua compagnia crea lavoro e paga le tasse in Ticino. E che il successo (commerciale) della campagna non farà che aumentare le entrate all’erario. Dal canto loro alcuni deputati sollecitano il Consiglio
di Stato con un’interpellanza (prima firmataria Gina La Mantia, Ps), facendo presente come il Canton Ticino “ha attivato da qualche tempo strategie di prevenzione della violenza”. “Non ritiene il Consiglio di Stato che vi siano gli estremi per una denuncia per istigazione al femminicidio? Di dover intervenire presso la direzione del Gruppo per stigmatizzarne i comportamenti e invitarlo a evitare toni e campagne lesive della dignità delle donne?”. A tal proposito, così si legge nella lettera aperta: “I messaggi veicolati dalle pubblicità plasmano comportamenti e desideri, alimentando le fantasie legittimandole. Pretendere che, pur nella libertà di commercio, le imprese mantengano un comportamento etico e socialmente sostenibile ci sembra il minimo”.