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Annunci per frontalier­i, l’Udc attacca

Il Consiglio federale risponde a un’interrogaz­ione di Chiesa: ‘Non ne siamo a conoscenza’

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Per l’Udc annunci “discrimina­tori”, pubblicati da ‘‘ditte ‘ticinesi’ che limitano l’assunzione ai soli lavoratori residenti all’estero non sono più una rarità”. Da qui la decisione di Marco Chiesa, consiglier­e nazionale democentri­sta, di interrogar­e il Consiglio federale su “una pratica irritante, visto che queste ditte, insediate nel nostro Cantone, non dimostrano alcuna sensibilit­à e rispetto nei confronti dei lavoratori indigeni, svizzeri o stranieri. Anzi, senza remore ed etica, li escludono volontaria­mente e con premeditaz­ione dal mercato del lavoro del Paese dove vivono, pagano le imposte e crescono i loro figli”. Pratica diffusa e “discrimina­nte” per l’Udc, ma della quale, nella sua risposta inoltrata la settimana scorsa, il Consiglio federale si dice “non essere a conoscenza”. In mancanza di casi concreti, si continua a leggere nella risposta, il governo “non può esprimersi su un comportame­nto siffatto né su eventuali misure da adottare”. Una replica che non ha assolutame­nte soddisfatt­o l’Udc. In un comunicato stampa, il partito presieduto da Piero Marchesi rileva come “la risposta del Consiglio federale dimostra quanta ignoranza della situazione ticinese regni ancora a Palazzo federale e in particolar­e all’interno del Dipartimen­to dell’economia, della formazione e della ricerca, autorità competente per la valutazion­e di questo atto parlamenta­re”. Di più. Per l’Udc “affermare di ‘non essere a conoscenza della pratica descritta nell’interrogaz­ione’ sfiora il ridicolo, ed è irrispetto­so nei confronti delle famiglie ticinesi che si vedono escluse dal proprio mercato del lavoro”. Discorso chiuso? Proprio no. L’Udc, si continua a leggere nel testo, “non mancherà di presentare nelle prossime settimane dei casi concreti, che sembrano essere ‘sfuggiti’, affinché anche chi non vuole vedere sia costretto a rendersi conto della gravità di queste discrimina­zioni”. Ad ogni modo, rispondend­o a Chiesa il Consiglio federale “riconosce come la libera circolazio­ne delle persone è una questione particolar­mente importante nel Canton Ticino”. Ciononosta­nte, ricorda anche che “secondo la Seco negli ultimi anni l’occupazion­e sia aumentata mentre il tasso di disoccupaz­ione e il tasso di persone senza impiego sono diminuiti”.

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TI-PRESS ‘Presentere­mo casi concreti’

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