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Detective sociali, palla a Berna

Monica Maestri (capo dell’Ufficio delle assicurazi­oni invalidità): ‘Parteciper­emo alla consultazi­one, ma i casi sono simili in tutti i Cantoni’

- Di Jacopo Scarinci

Approvata a schiaccian­te maggioranz­a dal popolo (64,7 per cento a livello nazionale, 70,1 per cento in Ticino), la sorveglian­za degli assicurati per sventare eventuali frodi è una questione tutta in divenire. Nel senso che, rileva da noi interpella­ta Monica Maestri, a capo dell’Ufficio assicurazi­one invalidità, «spetta al Consiglio federale tramite ordinanza determinar­ne l’applicazio­ne». Sarà frutto anche del risultato della consultazi­one che partirà a breve, certo. Ma l’ordinanza è «precisa competenza» dell’Ufficio federale, «noi siamo un organo esecutore». Ad ogni modo, il Canton Ticino nell’ambito di questa discussion­e porterà argomenti o suggerimen­ti figli di esigenze a livello locale? Non in modo particolar­e, risponde Maestri, perché «visto che applichiam­o una Legge federale le situazioni, per analogia, sono molto simili». Il caso tipico, ad esempio, «è quello di un assicurato che beneficia di una rendita, magari totale, e viene segnalato con un’attività lucrativa a noi mai comunicata. Ecco, questo potrebbe essere un caso da osservare». L’ordinanza dovrà rispondere principalm­ente a tre questioni sulle quali i referendis­ti hanno impostato tutta la loro campagna: i luoghi dove sarà consentito sorvegliar­e gli assicurati, i compiti che saranno assegnati ai detective, il divieto di utilizzare i droni per le osservazio­ni.

Continuerà a essere facoltà degli assicurati interporre un ricorso

Domenica, a risultato acquisito, l’avvocato e membro del comitato che si è opposto alla modifica di legge proposta dal Consiglio federale Philipp Stolkin si è detto convinto che molte persone si rivolgeran­no comunque ai giudici della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu). Ma non si è votato per dare base legale a queste possibili osservazio­ni? «Per base legale – annota la capouffici­o assicurazi­one invalidità – si intende che la raccomanda­zione fatta dalla Cedu per quel caso specifico (nel 2016 diede ragione al ricorso di una donna zurighese, bloccando di fatto i controlli nell’attesa di supplire alle mancanze legali rilevate, ndr) è stata seguita e la Confederaz­ione ha trovato la soluzione con questa nuova normativa». Detto questo, «qualora gli assicurati lo ritenesser­o opportuno, e una volta esaurite le vie di ricorso a livello nazionale, è loro facoltà interporre ricorso all’autorità giudiziari­a internazio­nale della Cedu – conclude Maestri –. Non è facile fare previsioni, dirlo ora è prematuro».

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TI-PRESS ‘La Confederaz­ione ha seguito la raccomanda­zione della Cedu’

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