Leuthard boccia l’iniziativa contro la dispersione degli insediamenti
L’iniziativa popolare dei giovani Verdi contro la dispersione degli insediamenti, in votazione il prossimo 10 febbraio, prevede un ‘congelamento’ della superficie edificabile. Secondo la consigliera federale Doris Leuthard una regolamentazione così rigida nuocerebbe sia alla popolazione che all’economia, ha dichiarato ai media a Berna. «L'iniziativa è troppo radicale, ingiusta e controproducente, non serve la causa del nostro Paese», ha dichiarato la ‘ministra’ dell’Ambiente. L’iniziativa ‘per uno sviluppo insediativo sostenibile’ chiede, in particolare, che qualsiasi nuovo terreno edificabile sia compensato mettendo a disposizione una superficie di dimensioni equivalenti. Stando a Leuthard, un congelamento totale della superficie edificabile nuocerebbe agli sforzi fatti affinché la Svizzera resti un luogo di vita e di lavoro attrattivo. I Cantoni stanno ancora lavorando all’applicazione della prima fase della Legge sulla pianificazione territoriale (Lpt), approvata dai cittadini nel 2013. E la Lpt prevede provvedimenti più severi contro la dispersione degli insediamenti, ha detto Leuthard: «Congelare a tempo indeterminato la superficie delle zone edificabili non è compatibile con i bisogni della popolazione e dell’economia» e non tiene conto delle particolarità cantonali e regionali, ha aggiunto la ‘ministra’. L’iniziativa chiede in particolare una densificazione degli alloggi all’interno delle città e agglomerati. Ma questo principio è già applicato, ha sottolineato Leuthard. In molto comuni gli edifici vengono innalzati e le aree industriali dismesse trasformate in abitazioni. Il testo dei giovani Verdi propone anche nuove regole per le costruzioni fuori dalle zone edificabili. Pure in questo caso è molto restrittivo sia per l’agricoltura che per il turismo. Per queste zone, la Confederazione ha appena messo in consultazione la seconda tappa della Lpt che propone soluzioni più mirate. Il congelamento delle zone edificabili penalizzerebbe inoltre i Cantoni e i Comuni che hanno già pianificato le zone da costruire con moderatezza. Una diminuzione drastica dei terreni edificabili porterebbe a un aumento del prezzo al metro quadrato con un’incidenza sugli alloggi. A farne le spese sarebbe la popolazione, ha puntualizzato Leuthard. Per contro i Cantoni che dispongono di estese superfici dove poter costruire sarebbero ingiustamente avvantaggiati. «L’iniziativa non tiene conto delle differenze regionali», ha precisato la ministra dell’Ambiente. E molte questioni restano in sospeso. Se un Cantone ha bisogno di ‘liberare’ nuovi terreni, la compensazione si farà a livello cantonale o nazionale? Vaga resta anche la questione riguardo ai costi legati alla soppressione e ridistribuzione delle zone edificabili. ATS