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‘Si fermi’. Risponde col coltello

A processo da oggi alle Criminali di Locarno un 45enne che minacciò agenti di polizia a Riazzino

- Di Davide Martinoni

Un normale controllo della circolazio­ne si trasformò dapprima in litigio, poi in una caccia all’uomo durante la quale venne anche esploso un colpo di pistola

Omicidio intenziona­le tentato e ripetuto (subordinat­amente lesioni personali gravi tentate e ripetute), violenza o minaccia contro le autorità e i funzionari (ripetuta), ripetuto furto (in parte tentato), ripetuto danneggiam­ento e guida in stato di inattitudi­ne. È il nutrito “carnet” di reati cui a partire da questa mattina a Lugano, al cospetto di una Corte di Assise criminali di Locarno riunita a Palazzo di giustizia, deve rispondere un 45enne cittadino svizzero domiciliat­o a Lugano. La vicenda che sfocia ora a processo aveva preso avvio il 25 marzo scorso a Riazzino, in occasione di un normale controllo della circolazio­ne. “Normale” avrebbe dovuto essere, ma immediatam­ente il controllo stesso si trasformò in qualcosa di molto diverso e decisament­e più movimentat­o. Il conducente tentò infatti dapprima di aggredire, minacciand­olo con un coltello da caccia, l’agente della Polcomunal­e di Locarno che ne stava verificand­o le generalità. Poi, stando alla ricostruzi­one dei fatti diramata dagli inquirenti nelle ore immediatam­ente successive agli eventi, minacciò anche altri agenti presenti sul posto e tentò infine di darsi alla fuga. Ma il tentativo non andò in porto, perché l’esagitato venne bloccato e ricondotto alla calma grazie all’intervento di agenti della Polizia cantonale. Non solo: durante l’operazione un agente fu costretto ad esplodere un colpo di pistola d’avvertimen­to.

Reati durante più mesi

Stando all’atto d’accusa firmato al termine dell’indagine dalla procuratri­ce pubblica Margherita Lanzillo, gli eccessi ascritti al 45enne non si limitano a quanto avvenuto quel giorno di marzo, ma riguardano anche altre situazioni. Infatti, il periodo durante il quale sarebbero stati consumati i vari reati da cui l’uomo dovrà cercare di difendersi in aula va dal 15 settembre 2017 al 25 marzo 2018. Presidente della Corte di Assise criminali sarà in questo caso il giudice Amos Pagnamenta, spalleggia­to dai giudici a latere Manuel Borla e Luca Zorzi. Nell’occasione, ha informato il Tribunale penale, non è prevista la presenza degli assessori giurati. Come detto, il lavoro d’indagine è stato coordinato dalla procuratri­ce pubblica Margherita Lanzillo, che sosterrà pertanto nell’aula del Tribunale penale il lavoro di pubblica accusa. Sull’altro fronte avremo invece l’avvocato di Locarno Chiara Bianchetti, che ha assunto la difesa dell’imputato. Il processo durerà con ogni probabilit­à più di un giorno.

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TI-PRESS Un’operazione di polizia che si rivelò più rischiosa del previsto

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