Delitto di Caslano, espiazione anticipata
Si trova sempre dietro alle sbarre della Farera il 23enne autore dell’omicidio della nonna 81enne avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 luglio scorso nella sua casa di Caslano, dove il giovane aveva simulato un incendio nella abitazione spargendo di benzina il corpo della vittima dopo averla colpita ripetutamente con un martello. Il giovane – contrariamente a quanto riferito dieci giorni fa da Teleticino – non è stato trasferito in una struttura d’oltre Gottardo, bensì è tuttora rinchiuso al penitenziario cantonale, dove ha deciso con il suo avvocato difensore Daniel Ponti di porsi in regime di espiazione anticipata della pena. Il 23enne si trova in detenzione da quasi cinque mesi. Tra gli atti più attesi dell’inchiesta, la perizia psichiatrica sul giovane, il quale ha nel frattempo concluso i consulti davanti al perito psichiatrico, che a breve dovrebbe consegnare i risultati. Probabilmente entro fine anno. L’autore unico del delitto di Caslano (non ci sono complici, come si era sospettato in un primo momento) dovrà rispondere di assassinio, subordinatamente omicidio intenzionale, turbamento della pace dei defunti, incendio intenzionale e contravvenzione alla legge federale sugli stupefacenti. È proprio quest’ultimo reato a configurare un consumo di droga da parte del 23enne, ciò che potrebbe coincidere con il movente del delitto: il giovane si sarebbe visto rifiutare dalla nonna i soldi per comprare la droga. Ma rimane solo una delle tante ipotesi, che dovrà sciogliere l’inchiesta condotta dalla pp Margherita Lanzillo, alla quale è stata passata l’indagine, dopo che il pp Paolo Bordoli è stato nominato giudice dei provvedimenti coercitivi. G.G.