Mizar, il rimedio non c’è ancora
S’ingarbuglia e potrebbe allungarsi la tempistica necessaria all’operazione per realizzare il polo di ricerca biomedica a Molino Nuovo
Il Cardiocentro ha accantonato i cinque milioni necessari alla costituzione della Mizar Sa (per l’acquisto dell’immobile), ma non fornisce garanzie in merito al riacquisto del 25% delle azioni della Città entro il 2021 e l’altro 25% entro il 2026. Va letto in questi termini il ‘disimpegno’ dell’ospedale del cuore che, alla luce delle trattative con l’Ente ospedaliero cantonale (Eoc) e dell’iniziativa popolare riuscita, non conosce il suo futuro e non ha più il ruolo di promotore, bensì di partner dell’operazione Mizar, ingarbugliatasi parecchio. E la SwissLife, proprietaria dello stabile di Molino Nuovo in cui, secondo i piani, dovrebbe insediarsi il polo di ricerca biomedica, vuole sapere entro la fine del prossimo gennaio, se le la vendita andrà in porto. Come si ricorderà, il Consiglio comunale di Lugano aveva votato il credito di dieci milioni di franchi (l’onere a carico della Città nell’operazione da 48 milioni, ndr) inserendo quale clausola il versamento delle due quote azionarie. Tuttavia, i soldi non verranno persi. Se non dovessero essere utilizzati saranno comunque recuperati. Qualora non sussistessero le condizioni per costituire la Mizar Sa per l’acquisto dell’immobile, l’esecutivo provvederà a ritirare i dieci milioni depositati. Nel caso in cui il progetto si sviluppasse senza bisogno di costituire la società anonima, il Municipio dovrà invece tornare a interpellare il legislativo cittadino. Lo stesso discorso potrebbe capitare a livello cantonale: il Gran Consiglio dovrà essere coinvolto un’altra volta. L’inevitabile risultato di questi cambiamenti è l’allungamento della tempistica.
Il Cardiocentro ora è ‘solo’ partner
Intanto, il Cardiocentro ha fatto sapere che non può più impegnarsi ad affittare gli stessi spazi pensati all’inizio (2’800 metri quadrati su 5’000), ha bisogno di superfici inferiori. «Di conseguenza, il business plan andrà rivisto – ci spiega Michele Foletti, titolare del Dicastero finanze e presidente della Fondazione Lugano MedTech – e occorrerà valutare come proseguire l’operazione immobiliare e se vale ancora la pena costituire la società anonima, oppure se potrebbe bastare l’impegno dell’Università della Svizzera italiana o di una fondazione a lei legata». Vi sono alcuni nodi da sciogliere, ma il problema, prosegue Foletti, «è l’operazione immobiliare che bisogna rendere economicamente sostenibile non tanto la gestione futura del polo». L’esecutivo comunque crede al progetto Mizar che propone una possibilità di sviluppo concreta e coerente
con le linee strategiche adottate. E vuole portarlo avanti proprio come presentato nel messaggio votato dal Consiglio comunale. Questo, indipendentemente dal nome e dalla forma giuridica del partner, che dovrà tuttavia sposare il progetto e riconoscersi nei valori e nei principi base concordati dal Municipio
con la Fondazione Cardiocentro. Buone nuove giungono invece dal presidente della Fondazione Agire che ha recentemente confermato la propria intenzione di occupare spazi all’interno del centro di ricerca. Anche l’Eoc ha confermato il suo interesse ad affittare degli spazi, in parte anche per insediarvi quelle
attività di ricerca svolte in sinergia tra il Cardiocentro e il Neurocentro. Dal punto di vista della Città, aggiunge il presidente della Fondazione Lugano MedTech, «se non dovessero esserci le condizioni per dare solidità economica all’operazione immobiliare occorrerà pensare ad altre soluzioni».