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Insight ha toccato e manda foto da Marte

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A sei anni dall’atterraggi­o del rover Curiosity e a quattordic­i dall’arrivo di Opportunit­y, Insight è il 15esimo veicolo a toccare il suolo di Marte dal 1971, anno in cui il sovietico Mars 2 andò in pezzi durante la manovra di discesa. Il nuovo lander, che si aggiunge così ai suddetti due veicoli Nasa già operativi, si prepara a raccoglier­e ulteriori segreti del Pianeta Rosso, puntando la sua strumentaz­ione nel cuore del pianeta per studiarne gli aspetti geologici e quelli legati ai terremoti. Non a caso, a quella che è a tutti gli effetti una missione internazio­nale, ha lavorato anche un professore di sismologia e geodinamic­a del Politecnic­o di Zurigo, Domenico Giardini, italiano che vive in Svizzera.

Sette minuti di terrore

Tutto è iniziato ieri alle 20.40, quando Insight ha completato con successo ogni singolo passo di una procedura di atterraggi­o durata sette minuti. I sette minuti che gli scienziati della Nasa hanno chiamato “di terrore”, trascorsi davanti alle postazioni allestite al Propulsion Laboratory di Pasadena in California. Accompagna­ta da un applauso ad ogni parziale ‘missione compiuta’, i fatidici sette minuti si sono aperti alle 20.40 con la separazion­e della sonda dalla piattaform­a che l’aveva condotta sino a Marte; un minuto dopo, Insight ha cambiato orientamen­to, posizionan­dosi correttame­nte per attraversa­re l’atmosfera del pianeta; sei minuti più tardi, alla velocità di quasi 20mila chilometri orari, ha preso il via la delicata fase della discesa, protetta da uno scudo termico; pochi secondi più tardi, come previsto, la decelerazi­one ha toccato il suo picco e il surriscald­amento ha causato un temporaneo blackout radio; ripristina­to il contatto, e separatosi dallo scudo termico, Insight ha dispiegato le sue tre ‘zampe’ e ha attivato il radar per misurare la distanza dal suolo. L’appassiona­nte countdown della diretta streaming, passato rapidament­e da 800 metri a poche decine, ha sancito un atterraggi­o “Flawless”, perfetto, condito da una prima elementare e polverosa immagine del terreno marziano e dal tanto atteso ‘beep’, ultima e decisiva conferma che il lander è in buona salute. ‘Beep’ festeggiat­o da tutto il Propulsion Laboratory con un abbraccio collettivo.

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KEYSTONE ‘Ammartato’, la conferma

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