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Dall’altro mondo

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New Delhi – La risurrezio­ne digitale dei morti diventa possibile grazie a nuove forme di intelligen­za artificial­e che fanno rivivere le persone decedute. Vecchi messaggini e post pubblicati sui social in vita possono essere rielaborat­i in modo da replicare il defunto in un avatar immortale, che dialoga con i vivi per facilitare la rielaboraz­ione del lutto. A esaminare le potenziali­tà delle prime applicazio­ni disponibil­i sul mercato è uno studio del Shree Devi Institute of Technology, in India. Lo studio è nato dalla collaboraz­ione con la startupper russa Eugenia Kuyda, che dopo la morte di un amico in un incidente stradale ha

sviluppato una app per farlo rivivere digitalmen­te. Ci riesce grazie a un software progettato per simulare la conversazi­one, che è stato addestrato a rispondere come il defunto dopo aver esaminato migliaia di messaggi che si era scambiato con gli amici su Telegram. Partendo da questa applicazio­ne, due ricercatri­ci indiane esplorano nel loro studio il concetto di “immortalit­à virtuale”, che prevede il trasferime­nto della personalit­à di un individuo in un computer per creare un avatar o perfino un robot umanoide capace di agire e reagire proprio come l’essere umano originale. Sebbene queste repliche digitali non possano sostituire il defunto, ammettono le ricercatri­ci, potrebbero comunque aiutare amici e parenti a superare il trauma della perdita. di Las Vegas, Planet 13 occupa una superficie di 3’700 metri quadrati fra uffici e spazi per la coltivazio­ne della marijuana e si presenta come una gioielleri­a all’interno di night club: i pavimenti si illuminano man mano che vi si cammina e sugli schermi si susseguono immagini tridimensi­onali. È costato otto milioni di dollari e a breve aprirà al suo interno anche bar e una sala per provare i vari tipi di marijuana offerta.

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