Borse di studio al rialzo
Il Consiglio di Stato propone di aumentare il limite massimo a 18mila franchi
Manuele Bertoli (Decs): ‘Aumentiamo il sostegno agli studenti che ne hanno bisogno’
Il limite massimo per le borse di studio salirà da 16mila a 18mila franchi l’anno. A deciderlo è stato il governo accogliendo parzialmente un’iniziativa parlamentare del Partito socialista (prima firmataria Daniela Pugno Ghirlanda), che chiedeva di fissare a 20mila franchi annui il tetto massimo. Un compromesso, questo, di cui è soddisfatto. «Andiamo a sostenere chi ha difficoltà finanziarie ma anche una concreta possibilità di proseguire gli studi – rileva da noi raggiunto Manuele Bertoli, direttore del Dipartimento educazione, cultura e sport –. Quando è nata questa legge era il 2015, e per via del risparmio finanziario non c’era la possibilità di andare al di là di quanto stabilito dal Concordato intercantonale sugli aiuti allo studio, vale a dire 16mila franchi». Oggi, prosegue Bertoli, «c’è qualche margine in più, ed è giusto utilizzarlo per questo genere di aiuto che è molto importante per un’altrettanto importante fascia della popolazione, i nostri ragazzi che studiano per il loro futuro». Concretamente, cosa cambierà? «Chi oggi ha diritto a 15mila franchi annui continuerà a ricevere 15mila franchi. Chi invece oggi avrebbe diritto, per esempio, a 17mila franchi e ne riceve 16mila in quanto tetto massimo attuale, con questa decisione riceverà quanto effettivamente gli spetta. Andiamo quindi ad ampliare il sostegno verso persone che ne hanno bisogno – prosegue il direttore del Decs – e a un costo relativamente contenuto, perché parliamo di meno di mezzo milione annuo». A beneficiarne saranno soprattutto allievi «capaci, che hanno fatto il liceo, hanno raggiunto una certa maturità e noi abbiamo investito su di loro. Dirgli di no, non dargli i mezzi per proseguire gli studi se in difficoltà economica diventa un problema». Anche perché di recente, annota Bertoli, «l’Ufficio federale di statistica ha pubblicato uno studio sulla salute degli studenti universitari. Dai risultati si evince in modo chiaro che se gli studenti oltreché studiare devono anche lavorare insorgono alcune difficoltà, alcuni problemi». E, dal lato puramente economico, «se la questione è dover trovare 2-3mila franchi (il costo di un anno di studio Oltralpe viene quantificato in 22mila franchi, ndr) può essere sufficiente un lavoretto estivo. Se invece il bisogno economico è più ampio, e il lavoro diventa permanente è una cosa che necessariamente impatta sullo studio».
Il Sisa: ‘Parzialmente soddisfatti, ma resta ancora molto da fare’
L’iniziativa di Pugno Ghirlanda all’origine della decisione di ieri del Consiglio di Stato è giunta in risposta alla petizione ‘Per un rafforzamento delle borse di studio’ consegnata con oltre duemila firme dal Sindacato studenti e apprendisti (Sisa). E interpellato dalla ‘Regione’ Zeno Casella, co-coordinatore del Sisa, afferma che sì, «è un segnale positivo e un passo avanti nella giusta direzione. Ma è chiaramente meno di quanto avevamo richiesto, perché bisognava arrivare almeno a 20mila franchi». Se però questo aumento «si somma ai correttivi di aprile, quando è stata ridotta la quota da restituire per le borse per il master siamo parzialmente soddisfatti. Anche se si deve fare di più, soprattutto nel sostenere le famiglie del ceto medio danneggiate dalla revisione dei criteri di calcolo ormai cinque anni fa». Ad ogni modo «possiamo dire che la lotta paga – conclude Casella –. Fare petizioni e manifestazioni di protesta dimostra che ancora oggi la lotta collettiva ha un valore che non è semplicemente puro folklore o utopia di pochi, ma un processo che porta a risultati con ricadute positive per tutto il corpo studentesco».