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Rimborsi, restituzio­ne ‘light’ per la maggioranz­a

Bacchetta Cattori: ‘Chiediamo le spese telefonich­e da luglio’. La minoranza invece dal 2013.

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La maggioranz­a opta per lo scenario più soft, confermand­o sì la bontà di una richiesta di restituzio­ne dei rimborsi governativ­i, ma molto limitata (circa duemila fr.). Trattasi in pratica dell’importo a copertura spese telefonich­e che i ministri (salvo Bertoli) hanno continuato a versarsi anche dopo giugno 2018, cioè dopo che l’Ufficio presidenzi­ale aveva formalment­e fissato in 15mila franchi il forfait del rimborso, cellulare compreso. Il ‘botta e risposta’ è durato il tempo dell’estate: il rimborso è stato adattato dapprima a 150 franchi al mese, poi annullato del tutto. «Questo scenario è l’unico che dal profilo giuridico risulta certo: la maggioranz­a (Plr, Lega, Udc e Verdi con riserva) ha quindi optato per allinearsi su questa richiesta di restituzio­ne», spiega il relatore Fabio Bacchetta Cattori (Ppd), coordinato­re della Sottocommi­ssione che si è occupata dell’intero dossier e che ieri ha concluso il lavoro con la firma dei rapporti in Gestione. Sostenere una pretesa di risarcimen­to maggiore «dovrebbe semmai essere fatta oggetto di una causa davanti al tribunale. Noi vi rinunciamo perché il rischio di causa è troppo alto». Ergo il rischio di perderla. Mentre chiedere “sempliceme­nte” al governo una restituzio­ne retroattiv­a? «Sulla base di una decisione nel contesto dell’alta vigilanza non lo si può fare. La legge prevede vengano date indicazion­i, cosa che noi facciamo. Alcune sono già state attuate, ne restano un paio». Quella di procedere alla restituzio­ne, appunto, dei soldi presi negli ultimi mesi per la spesa del telefono; e quella di avviare un riesame sull’aumento di stipendio accordato all’ex cancellier­e Giampiero Gianella nel 2014 (+4%, classe speciale), «questo sulla base del parere giuridico dei nostri consulenti». Per la minoranza (relatore Henrik Bang per il Ps, ma rapporto firmato anche da Fiorenzo Dadò e altri potrebbero seguire) la richiesta di restituzio­ne avanzata dalla maggioranz­a «è all’acqua di rose. Posto che non c’è colpa grave e neppure intenziona­lità, riteniamo comunque si possa far riferiment­o al Codice delle obbligazio­ni per quanto concerne l’indebito arricchime­nto. Anche il consiglier­e di Stato è un lavoratore che percepisce uno stipendio e delle indennità», commenta Bang. “Per parità di trattament­o con i cittadini comuni, che si vedono in obbligo di restituire prestazion­i cui non hanno diritto nel termine di 5 anni (prestazion­i ricorrenti) o di 10 anni (prestazion­i uniche)”, la minoranza chiede ai membri di restituire il rimborso dei 300 franchi per il telefono “limitatame­nte a 5 anni (fino a dicembre 2013)”. Invita poi a richiedere la restituzio­ne della differenza tra le due mensilità di fine mandato e due mensilità di pensione agli ex ministri che hanno lasciato nel 2011 e nel 2015. Il totale della restituzio­ne supera perciò i 100mila franchi. Infine, anziché un riesame dell’aumento a Gianella, la minoranza pretende la restituzio­ne di quanto percepito.

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