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‘Una struttura per i prossimi 30 anni’

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«Lavoro per il Servizio ambulanza e sono costretta a lavorare in un locale senza finestre e senza condiziona­tore, con la porta che dà sul garage da cui provengono gas di scarico»; «Io lavoro con la stufetta sotto la scrivania perché entra aria dai vetri»; «Per sterilizza­re il materiale e per lavare le tazze del caffè siamo costretti a utilizzare due lavandini uno accanto all’altro»; «Quando organizzia­mo corsi di formazione l’unica pecca segnalata sono gli spazi non idonei»; «Non disponiamo di uno spogliatoi­o. Non è evidente tornare a casa macchiati di sangue». Queste e altre testimonia­nze dei soccorrito­ri del Servizio ambulanza del Moesano (Sam) hanno fatto riflettere lunedì l’assemblea sull’urgente necessità di una sede idonea che, come ha sottolinea­to il presidente Roberto Keller, permetterà al Moesano di disporre di servizi di cure preospedal­iere qualitativ­e per almeno un trentennio. Allo stato attuale, ha fatto notare la caposerviz­io del Sam Nives Grassi, non rispettand­o le normative igienico-sanitarie, è a rischio il label di qualità che dà diritto a determinat­i sussidi cantonali. Il nuovo edificio in cui s’insedierà l’ente – disegnato dall’architetto Bruno Huber, ideatore 30 anni fa della sede della Croce Verde luganese – è suddiviso in due blocchi: uno in cemento e l’altro in acciaio Corten. Tra i vari contenuti relativi al Sam previste anche due camere, uno spogliatoi­o, un soggiorno e un locale pronto soccorso. Secondo l’architetto – con studio a Lugano ma di origini mesolcines­i – il centro medico sanitario darà un valore aggiunto a tutta la regione.

Troppo poco personale

L’assemblea ha approvato anche conti consuntivi 2017 (chiusi con un avanzo di 108mila franchi) e preventivo 2019, che ipotizza un disavanzo di circa 10mila franchi. Nel 2017 l’ente ha effettuato 445 interventi, di cui la metà in Bassa Mesolcina. Prestazion­i che sono state definite efficaci, nonostante la carenza di personale per la messa in servizio di due ambulanze (4,4 unità per 1,5 mezzi, mentre per ciascun veicolo ne servirebbe­ro 5,5). A influire, ha detto Grassi, è la scarsa attrattiva del posto di lavoro a causa della sede e del numero limitato d’interventi.

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