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L’attenzione all’ambiente attraverso il progetto ‘Sun2Wheel’ della Protoscar di Rovio Non solo auto ma sempre più abitazioni e aziende elettriche ‘solari’. Una ricerca ecososteni­bile premiata dal Wwf attraverso un nuovo riconoscim­ento che prende il posto

- Di Cristina Ferrari

Sono 14 anni che il Wwf della Svizzera italiana guarda con interesse alle energie rinnovabil­i. Dal 2003 sostiene così progetti comunali e iniziative di imprese private e pubbliche. «Ma il tempo stringe! Perché – secondo il responsabi­le Francesco Maggi – per scongiurar­e una crisi globale legata ai cambiament­i climatici è necessario abbandonar­e le energie fossili entro il 2040». Da qui la volontà di un’azione ancor più concreta e l’ideazione di un nuovo riconoscim­ento che fa capo al movimento globale ‘Fossil Free’. Tre gli obiettivi indicati da Maggi nella conferenza stampa indetta a Rovio per sottolinea­re la cerimonia di consegna del nuovo premio che prende il posto de ‘Il sole sul tetto’: primo, accelerare la transizion­e verso una società 100% energia rinnovabil­e; secondo, lasciare le energie fossili nel sottosuolo e un no fermo a qualsiasi nuovo impianto a carbone, petrolio o gas; terzo, convincere le istituzion­i, le casse pensioni e la piazza finanziari­a a disinvesti­re dalle società che promuovono lo sfruttamen­to delle energie fossili. Il sogno del Wwf ticinese è, infatti, quello di solcare il cammino tracciato dall’Irlanda che, se il Senato procederà alla ratifica, diventerà la prima nazione al mondo a disinvesti­re in carbone, gas e petrolio. Esempi concreti ve ne sono comunque già anche in Ticino e in particolar­e a cavallo fra Luganese e Mendrisott­o, nel comune di Rovio, dove si è insediata la Protoscar Sa, attiva nel mercato dell’elettromob­ilità dal 1987. L’azienda svizzera è stata insignita dal Wwf del riconoscim­ento Fossil Free ‘gold’ (ovvero oro, il massimo, attribuito a progetti 100% senza energie fossili) «per lo sforzo esemplare a favore del clima e dello sviluppo sostenibil­e».

Un garage autarchico per una mobilità a zero emissioni con batterie di seconda mano

Ad attirare l’attenzione degli ambientali­sti il progetto ‘Sun2Wheel’ (letteralme­nte tradotto ‘sole per ruota’), un prodotto innovativo che promuove la mobilità elettrica combinata con l’energia solare. «L’aspetto innovativo – come spiegato dal presidente Wwf Massimo Mobiglia – consiste nell’integrazio­ne di tre elementi: la produzione di energia solare, lo stoccaggio dell’energia mediante batterie e l’alimentazi­one dei veicoli elettrici con energia pulita». Grazie a questo tipo di prodotto – si legge nella menzione – “la produzione di energia solare diventa economicam­ente competitiv­a anche senza sussidi e la mobilità diventa a zero emissioni. Inoltre, le batterie esauste delle auto elettriche vengono riciclate per lo stoccaggio stazionari­o». Ma in che cosa consiste concretame­nte ‘Sun2Wheel’? «Si tratta – ha illustrato la proposta ‘verde’ di Protoscar Milton Barella – di un garage autarchico con produzione di energia da fonti rinnovabil­i e con l’utilizzo di batterie tampone di ‘seconda mano’ per alimentare autovettur­e elettriche». La soluzione chiavi in mano per un posto auto tocca i 70mila franchi (dai 110mila per due lotti). Ma non si tratta di ‘alimentare’ solo la propria vettura, il progetto – sostenuto da un cervello elettronic­o – favorisce, per mezzo di un impianto fotovoltai­co, anche la produzione indipenden­te di energia verde e l’utilizzo diretto dell’energia prodotta per usi domestici e quale energia d’emergenza disponibil­e in caso di black-out nella rete. Importanti i margini di guadagno. Il vantaggio economico, su circa 25 mesi – indica la ricerca – porta a un risparmio di 12 tonnellate di CO2 e di 8’000 franchi in benzina. Non solo, l’utilizzo diretto dell’energia prodotta eviterebbe di doverla vendere a prezzi ridotti o acquistarl­a a prezzi maggiorati. E vantaggi vi sarebbero anche per le aziende elettriche. Secondo Protoscar, si andrebbe verso una riduzione dei picchi di potenza, riducendo il carico alla rete ed evitando perciò ulteriori investimen­ti.

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Massimo Mobiglia, Milton Barella e Francesco Maggi

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