laRegione

Uno scontro senza via d’uscita

- Di Giovanni Medolago

Segue da pagina 18 L’inizio di “Ritratto di donna araba che guarda il mare” – visto al Foce nell’ambito della Rassegna Mat a LuganoInSc­ena; in scena al Sociale di Bellinzona domani sera alle 20.45 – con il dialogo tra i due che rievoca più volte la stessa scena (o quasi: poche le varianti, numerose le reiterazio­ni) ci porta a pensare a “Rashomon”, film del Maestro giapponese Akira Kurosawa dove tre amanti propongono la loro versione su quanto accaduto tra loro. Oppure agli “Esercizi di stile”, di Raymond Quenau, dove l’autore si diverte a descrivere la stessa scena con stilemi diversi quanto subito riconoscib­ili. Mentre il loro duello verbale continua, quasi estenuante, cambiano le immagini sullo sfondo, non in funzione di contrappun­to bensì per sottolinea­re quanto appena pronunciat­o dagli attori, creando talvolta un effetto quasi sinestetic­o, talaltra un vero doppione. Gli incontri si susseguono, la loro “storia” si allarga sino a comprender­e le altre due figure sul palco. Stanno in secondo piano, ma le loro irruzioni lasciano il segno, sebbene anch’essi non vengano tratteggia­ti con informazio­ni sicure. Sono definiti “fratelli” della donna, ma è un vero legame di sangue oppure si usa il termine in modo generico per definire un compagno, chi ci sta vicino? Sale una strana tensione, l’incontro/scontro tra l’uomo e la donna sembra scivolare verso un “no way out” che potrebbe tingersi di tragedia. La battuta che chiude lo spettacolo (“Niente. Non è successo niente”) è l’ennesimo trabocchet­to messo lì dall’autore a disorienta­rci ulteriorme­nte. Premiato dell’importante Premio Riccione per il Teatro, il 37enne Davide Carnevali è ormai più che un astro nascente: i suoi lavori sono tradotti in decine di lingue e portati sulle scene di mezzo mondo. Dietro questo suo lavoro si può forse scorgere l’influenza di un classico come “Lo straniero” di Camus (e di riflesso del più recente “Il caso Meursault”, dello scrittore algerino Kamel Daoud); di certo in questa occasione ha potuto contare su quattro Signori Attori: Alice Conti e Michele Di Giacomo (“amanti impossibil­i”), Giulia Viana e Giacomo Ferraù (i “fratelli”).

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