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El Niño, tal vez

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Ginevra – C’è un’elevata probabilit­à, il 75-80%, che nei prossimi tre mesi torni El Niño, l’aumento delle temperatur­e superficia­li dell’Oceano Pacifico che si verifica in genere nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio, con una frequenza che può variare tra i due e i sette anni. Lo sostiene una previsione dell’Organizzaz­ione meteorolog­ica mondiale (Omm) secondo la quale “non si tratterà di un evento forte, come quello del 2015-2016”. Gli esperti hanno studiato le temperatur­e superficia­li nel Pacifico tropicale, affermando che “le precipitaz­ioni previste nei mesi tra dicembre e febbraio sono compatibil­i con quelle normalment­e associate a El Niño”. El Niño è uno dei fenomeni tropicali periodici alla base del motore climatico della Terra. “Si tratta – spiega l’Omm – di fluttuazio­ni periodiche delle temperatur­e superficia­li nel Pacifico equatorial­e, associate a cambiament­i nella circolazio­ne atmosferic­a”. In genere, sottolinea­no inoltre gli esperti dell’Omm, “porta con sé eventi estremi, come siccità e inondazion­i, e ha un effetto pronunciat­o sull’innalzamen­to delle temperatur­e in molte parti del Pianeta”. Ma in questo caso, secondo l’Omm, l’effetto dovrebbe essere più limitato. Le analisi dei venti e delle temperatur­e superficia­li del Pacifico “non riflettono modelli associati di norma a El Niño, ma – aggiungono gli esperti – le cose potrebbero cambiare tra dicembre e febbraio, con una probabilit­à del 60% che El Niño possa perdurare anche tra febbraio e aprile 2019”.

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