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Campione, a rischio la linea del bus

- Di Marco Marelli

Nel difficile ruolo che il commissari­o prefettizi­o Giorgio Zanzi è stato chiamato a ricoprire c’è anche quello di tagliare i rami secchi che hanno contribuit­o ad appesantir­e il bilancio del Comune di Campione d’Italia, al punto tale da dover dichiarare il dissesto finanziari­o. L’ex prefetto di Varese guarda ormai anche al futuro dell’enclave, considerat­o che la sua presenza in riva al Ceresio è a tempo determinat­o – sebbene tutti si augurino che possa continuare nel tempo –: sino alle prossime elezioni amministra­tive previste nel maggio del prossimo anno. Il futuro a cui guarda il commissari­o prefettizi­o è riferito al momento in cui il Comune dovrà tornare a camminare con le proprie gambe. Tra i rami secchi per i quali Zanzi ha già iniziato a usare la cesoia, dopo l’Azienda turistica (chiusa), l’ufficio postale (a breve la gestione passerà a Poste Italiane), c’è anche la convenzion­e che il Comune continua ad avere (ma non per molto ancora) con la Società di Navigazion­e del Lago di Lugano (Snl). È infatti nelle intenzioni di Zanzi far saltare il tratto da Bissone al casinò di Campione della linea 439 Lugano-Campione d’Italia. Per i campionesi Bissone è destinato quindi a diventare sempre più importante. Con la prossima gestione dell’ufficio postale e con la prospettat­a soppressio­ne della fermata del casinò quale capolinea del percorso, gli abitanti dell’enclave dovranno raggiunger­e Bissone sia per il collegamen­to pubblico su strada che per le operazioni postali in franchi svizzeri.

Zanzi: ‘Via il presidio da lì’

Nel frattempo fra il commissari­o prefettizi­o e la Rsu del Casinò – la rappresent­ativa sindacale della casa da gioco – sembra essere scoppiata una sorta di guerra santa. Zanzi all’organizzaz­ione sindacale ha chiesto di spostare il presidio che dallo scorso 27 luglio – giorno in cui è stata chiusa la casa da gioco – simbolizza la resistenza dei lavoratori al declino della comunità campionese, a seguito della perdita del lavoro. Zanzi ha scritto recentemen­te infatti: “Nel posto in cui si trova (il presidio, ndr) non può più stare. Cerchiamo assieme un luogo dove spostarlo”. Secca la replica di Paolo Bertoluzzi, portavoce della Rsu: “Qui è nato e qui rimane”. Un altro elemento che si va ad aggiungere alla serie di incertezze che attanaglia­no da mesi l’enclave sul Ceresio.

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TI-PRESS L’enclave si allontana

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