Campione, a rischio la linea del bus
Nel difficile ruolo che il commissario prefettizio Giorgio Zanzi è stato chiamato a ricoprire c’è anche quello di tagliare i rami secchi che hanno contribuito ad appesantire il bilancio del Comune di Campione d’Italia, al punto tale da dover dichiarare il dissesto finanziario. L’ex prefetto di Varese guarda ormai anche al futuro dell’enclave, considerato che la sua presenza in riva al Ceresio è a tempo determinato – sebbene tutti si augurino che possa continuare nel tempo –: sino alle prossime elezioni amministrative previste nel maggio del prossimo anno. Il futuro a cui guarda il commissario prefettizio è riferito al momento in cui il Comune dovrà tornare a camminare con le proprie gambe. Tra i rami secchi per i quali Zanzi ha già iniziato a usare la cesoia, dopo l’Azienda turistica (chiusa), l’ufficio postale (a breve la gestione passerà a Poste Italiane), c’è anche la convenzione che il Comune continua ad avere (ma non per molto ancora) con la Società di Navigazione del Lago di Lugano (Snl). È infatti nelle intenzioni di Zanzi far saltare il tratto da Bissone al casinò di Campione della linea 439 Lugano-Campione d’Italia. Per i campionesi Bissone è destinato quindi a diventare sempre più importante. Con la prossima gestione dell’ufficio postale e con la prospettata soppressione della fermata del casinò quale capolinea del percorso, gli abitanti dell’enclave dovranno raggiungere Bissone sia per il collegamento pubblico su strada che per le operazioni postali in franchi svizzeri.
Zanzi: ‘Via il presidio da lì’
Nel frattempo fra il commissario prefettizio e la Rsu del Casinò – la rappresentativa sindacale della casa da gioco – sembra essere scoppiata una sorta di guerra santa. Zanzi all’organizzazione sindacale ha chiesto di spostare il presidio che dallo scorso 27 luglio – giorno in cui è stata chiusa la casa da gioco – simbolizza la resistenza dei lavoratori al declino della comunità campionese, a seguito della perdita del lavoro. Zanzi ha scritto recentemente infatti: “Nel posto in cui si trova (il presidio, ndr) non può più stare. Cerchiamo assieme un luogo dove spostarlo”. Secca la replica di Paolo Bertoluzzi, portavoce della Rsu: “Qui è nato e qui rimane”. Un altro elemento che si va ad aggiungere alla serie di incertezze che attanagliano da mesi l’enclave sul Ceresio.