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‘Francomani­a’ Gli attivi della Bns superano il Pil

Crescita esponenzia­le degli attivi della Bns, oggi pari al 125 per cento del Pil Per alcuni analisti la Banca nazionale svizzera è diventata il ‘fondo d’investimen­to’ più grande al mondo

- Di Daniel Ritzer

Il totale degli attivi della Banca nazionale svizzera (Bns) ammonta a circa 843 miliardi di franchi. Una cifra piuttosto impression­ante se si tiene conto che questo volume di bilancio della Bns corrispond­e attualment­e al 125% del valore complessiv­o del Prodotto interno lordo (Pil). Una crescita progressiv­a del patrimonio della Banca nazionale che ha portato al superament­o del Pil, in termini di valori nominali, già nel 2016, e che si è accentuato negli ultimi due anni. Un “effetto collateral­e” quindi della strategia della Bns per contrastar­e l’eccessivo rafforzame­nto del franco, attraverso una politica monetaria ultra espansiva e di acquisizio­ni di titoli e obbligazio­ni sui mercati esteri. Il rapporto tra gli attivi della Bns e Pil svizzero è tra l’altro da primato a livello mondiale: negli Stati Uniti e Regno Unito il “peso” delle banche centrali rispetto al prodotto lordo è attorno al 25%, vicino al 50% nell’eurozona, e sfiora il 100% soltanto in Giappone. Il fatto singolare rilevato da alcuni analisti economici è che l’istituto che determina la politica monetaria della Confederaz­ione agisce come un fondo comune di investimen­to, utilizzand­o tecniche e strategie di copertura finanziari­a per ridurre il rischio di un’eccessiva valorizzaz­ione del franco. Per questo, da anni, la Bns si adopera per “imbrigliar­e” il cambio stampando franchi con cui acquistare azioni e obbligazio­ni americane ed europee, denominate rispettiva­mente in dollari ed euro. Berna oggi è all’ottavo posto tra gli azionisti di Wall Street e si calcola che ogni cittadino svizzero possa contare su un portafogli­o azionario Usa da 10mila dollari, grazie ai 19 milioni di titoli Apple, ai 27 milioni di azioni Microsoft e agli 8,7 milioni di titoli Facebook, seguiti da partecipaz­ioni in Amazon, J&J, Exxon, Alphabet, At&T e GE. Come scrisse la giornalist­a finanziari­a Cinzia Meoni: “Il circolo vizioso innescato fa sì che, per mantenere sotto controllo la forza del franco, la Bns prosegua a ‘fabbricare’ franchi con cui inondare i mercati esteri con investimen­ti in euro e dollari, ‘drogando’ il mercato”. Il trend non sembra destinato ad arrestarsi visto che la richiesta di franchi rimane elevata. Le tesi di Dennis Gartman, membro dell’Akron University Investment Committee Foundation, e di John Mauldin, a capo di Millenium Wave Advisors e Securities parlano di una strategia di investimen­to “sfuggita di mano”, che potrebbe scatenare un cortocircu­ito nel momento in cui, si dovesse raffreddar­e la ‘francomani­a’, la Bns, per mantenere la stabilità finanziari­a, si veda costretta a vendere le partecipaz­ioni accumulate, facendo precipitar­e il valore dei titoli coinvolti e, allo stesso tempo, rivalutand­o il franco sull’euro e sul dollaro.

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE Evoluzione negli ultimi cinque anni

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