laRegione

Orbán pigliatutt­o

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Berlusconi, scansati. Il nuovo zar dei media europei è a tutti gli effetti Viktor Orbán, che giovedì è riuscito a farsi ‘intestare’ oltre quattrocen­to testate d’informazio­ne. E pure gratis. Gli oligarchi vicini al primo ministro ungherese hanno donato la proprietà di siti web, giornali, tv e radio alla neonata ‘Fondazione centroeuro­pea per i media e la stampa’. A capo della fondazione, riferisce il ‘New York Times’, il consueto manipolo di fedelissim­i pro-Orbán: il suo avvocato personale, un ex deputato di Fidesz e il direttore di un pensatoio ultraconse­rvatore. Si conclude così una lotta senza quartiere agli organi d’opposizion­e iniziata nel 2010, anno della prima elezione: da allora i grandi industrial­i hanno dirottato la loro pubblicità su testate ‘amichevoli’, mentre gli imprendito­ri a capo di media sgraditi sono stati colpiti in tutte le loro attività. Risultato: secondo ‘Atlastzo’, uno degli ultimi siti web indipenden­ti, le testate filogovern­ative sono passate da 31 nel 2015 a 500 oggi. Freedom House giudica il panorama mediatico “parzialmen­te libero”. Nel frattempo Orbán ha cambiato a suo favore il sistema elettorale, si è circondato di giudici amici alla Corte costituzio­nale e soprattutt­o ha creato un efficace sistema di collusione fra Stato e imprese. Neanche le università sono state risparmiat­e. La Central European University è a un passo dalla ‘cacciata’ da Budapest a Vienna: sarebbe la prima volta dalla Seconda guerra mondiale che un governo ‘democratic­o’ europeo chiude un ateneo. Continua poi a infuriare la campagna governativ­a – dall’amaro retrogusto antisemita – contro il suo fondatore, il miliardari­o George Soros (lo stesso che pagò a Orbán gli studi a Oxford, vai a far del bene). E rallenta la procedura disciplina­re avviata a settembre dall’Ue per violazione dello Stato di diritto: l’improbabil­e internazio­nale nazionalis­ta difende il despota e attende le elezioni. L.E.

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KEYSTONE Salutatemi la democrazia

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