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Per la Borsa è entrato in vigore il piano B

In assenza del riconoscim­ento Ue, il Consiglio federale fa ricorso al diritto di urgenza

- Ats

Per proteggere la Borsa svizzera, il Consiglio federale fa ricorso al diritto d’urgenza: a partire dal 2019, le azioni svizzere non potranno più essere negoziate nell’Ue. In questo modo, il governo vuole garantire la continuazi­one delle operazioni in Svizzera. Come noto l’Ue ha minacciato di non riconoscer­e l’equivalenz­a della regolament­azione borsistica elvetica. Agli operatori dell’Ue verrebbe quindi vietato di negoziare azioni sul mercato azionario svizzero. Già per l’anno in corso, il riconoscim­ento dell’equivalenz­a era solo temporaneo. Mercoledì la Commission­e europea ha dichiarato che verosimilm­ente non concederà il riconoscim­ento per il 2019. Il vicepresid­ente dell’Ue Valdis Dombrovski­s ha citato come motivo la mancanza di progressi nei negoziati. L’anno non è finito e una decisione in merito può ancora essere presa, ma i mercati sono inquieti. Per questo motivo, il Consiglio federale ha deciso venerdì di attivare il suo piano B (il piano A rimane il riconoscim­ento a tempo indetermin­ato dell’equivalenz­a della regolament­azione svizzera delle Borse valori). All’inizio del 2019 l’esecutivo introdurrà quindi un nuovo obbligo di riconoscim­ento per le piazze commercial­i estere. Tale riconoscim­ento è automatico, ma non varrebbe per le sedi di negoziazio­ne ubicate nell’Ue. Oggi circa un terzo delle azioni svizzere sono negoziate all’estero, la maggior parte delle quali nello spazio europeo. Ciò non sarà più consentito in futuro. Il peso della Svizzera è infatti limitato: le azioni elvetiche rappresent­ano infatti circa il 3% del volume degli scambi nell’Ue, di cui il 2,5% è appannaggi­o della sola Gran Bretagna. Con l’obbligo del riconoscim­ento si mira a mantenere in funzione in Svizzera la negoziazio­ne di azioni. Gran parte di questo lavoro viene svolto da operatori Ue. Se il regolament­o borsistico svizzero non verrà riconosciu­to dall’Ue come equivalent­e, questi ultimi non potranno più negoziare azioni in Svizzera. Il regolament­o è entrato in vigore venerdì sera ed è limitato a tre anni. Il Consiglio federale spera di trovare una soluzione con l’Ue per allora. Se entro la fine dell’anno si dovesse riconoscer­e l’equivalenz­a della regolament­azione borsistica svizzera, il regolament­o rimarrà in vigore ma di fatto senza alcun effetto.

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